#SostengoMicroMegaPerché: i messaggi di solidarietà

I messaggi di sostegno a MicroMega di Alessandro Barbero, Telmo Pievani, Ezio Mauro, Lucia Annunziata, Simona Argentieri, Andrea Scanzi, Lucio Baccaro, Lorenza Carlassare, Marilù Oliva, Pancho Pardi, Roberta De Monticelli, Fabrizio Tassi, Sumaya Abdel Qader, Maria Concetta Tringali.

Redazione

 

ALESSANDRO BARBERO

Sostengo MicroMega perché anche se in questo inizio di millennio è evidente che la guerra di classe l’hanno vinta i ricchi, si può ancora tener duro e impedirgli di stravincere, soffocando qualunque pensiero critico e qualunque voce indipendente anche nell’editoria e nel giornalismo, così come stanno palesemente  cercando di fare nella politica e nell’economia, nella scuola e nell’università.

 

TELMO PIEVANI

Sostengo Micromega perché mai come oggi è necessario lavorare per una sinistra illuminista,

perché le democrazie sono minacciate in tutto il mondo da regimi autoritari e da massacratori di popolo,

perché le diseguaglianze diventano sempre più infami,

perché viviamo un’epoca di conformismi silenziosi,

perché la laicità è un bene raro da proteggere,

perché gli spazi di libertà chiudono e i pochi che resistono in autonomia vanno aiutati nei fatti, non solo a parole,

perché lo scaffale con i numeri di Micromega è il più bello, colorato e irriverente della mia biblioteca, e vorrei continuare la raccolta.

 

EZIO MAURO

Un bandolo culturale per una crisi politica

In Italia ci sono pochi luoghi del pensiero come MicroMega, che da 35 anni si interroga sulla sinistra, discute i suoi ritardi, indica i suoi errori, segnala le opportunità, recupera, propone ed elabora i materiali di intellettuali stranieri che possono entrare in relazione con i problemi che viviamo nel nostro Paese, suggerendo un confronto.
È la ricerca continua di un bandolo culturale per una crisi politica. Basterebbe questo per concludere che MicroMega deve continuare la sua esplorazione e la sua opera di analisi critica. Non è un organo di partito, non è espressione di lobby, svolge la libera funzione di una rivista che punta sulla dimensione filosofica dei fenomeni che abbiamo davanti, e che la politica fatica ad interpretare.
Politica e cultura sono i due elementi a cui dobbiamo affidare l’interpretazione di questo momento difficile e l’individuazione di un percorso per riemergere dopo l’insidia del virus. Micromega è questo: ci aiuta a conoscere, a capire, a giudicare e a prendere parte. Per i prossimi 35 anni.

 

LUCIA ANNUNZIATA

Sostengo MicroMega perché è stata chiusa all’improvviso e senza preavviso. Il che agli occhi di un giornalista è sempre un atto discutibile, un avvertimento, un dispiacere.

Questa rivista, che somiglia perfettamente al suo direttore, battagliera e partigiana, cocciutamente di parte, negli anni è stata un efficace argine alle sciatterie e alla deriva consociativa che spesso risucchia i media.

MicroMega non è perfetta, non mi rispecchia il più delle volte. Ma vorrei che continuasse ad esistere esattamente perché è così.

 

SIMONA ARGENTIERI

Proprio non voglio permettere che la voce di MicroMega venga messa a tacere.
MicroMega è una pubblicazione unica, che per 35 anni ha affrontato ogni problema della nostra società con uno sguardo ampio e plurale. Ha creato un luogo di equilibrio ideale tra le competenze iper specializzate delle accademie e l’attenzione giornalistica frammentaria e contratta dell’attualità.
Sulle sue pagine la filosofia, la letteratura, il diritto, la politica, la biologia, la storia… sono materia viva; non cultura autoreferente, ma occasione di confronto delle idee in tutta la loro scomoda complessità.
A questo fine, MicroMega ha saputo convocare nel corso del tempo persone provenienti dalle più disparate aree del sapere; grandi nomi di fama internazionale e studiosi provenienti da regioni meno note della conoscenza.
In particolare, su queste pagine più volte è stato dedicato lo spazio necessario per considerare i pregi e i limiti della mia disciplina -la psicoanalisi- così malintesa nel nostro tempo confuso e distratto, dominato dall’ambiguità; tra le polemiche sterili e le superficiali tendenze delle mode culturali.

 

ANDREA SCANZI

MicroMega è uno spazio libero. Lo è sempre stato. Non mi stupisce, quindi, che certi editori diversamente illuminati vogliano chiuderlo. Proprio per questo occorre salvarlo in ogni modo e adoperarsi perché una voce così lucida, nonché orgogliosamente controcorrente, continui a uscire. A veicolare pareri. A stimolare coscienze.
L’informazione, in Italia, è messa malissimo. Un mare magnum, con sparute eccezioni, di frasi fatte, “ovviacei” e pseudo-pensatori che corrono puntualmente in soccorso del vincitore. Ora poi che c’è Draghi, è tutto uno sgomitare a favor di telecamera per essere inquadrati bene mentre si lecca con dovizia il potere.
MicroMega è un’altra cosa. Libera, indipendente, brutale. Nella ragione e nell’errore. Sempre con la schiena dritta, sempre intellettualmente onesta.
Lunga vita a MicroMega!

 

LUCIO BACCARO*

Ricordo che non comprai il primo numero di MicroMega nel 1986, ma riuscii ugualmente a sfogliarlo tutto, e anche a leggere qualche articolo, nella libreria Feltrinelli di Piazza della Repubblica a Roma. Lo feci con motivazioni prevalentemente tattiche: stavo seguendo un seminario a Villa Mirafiori con Paolo Flores d’Arcais, e questo garantiva che avrei fatto l’esame con lui. Volevo dunque sapere meglio con chi avrei avuto a che fare.

All’epoca ero attratto soprattutto dagli articoli di filosofia. Successivamente i miei interessi si sono orientati decisamente verso le scienze sociali. In questi giorni sono andato a rileggermi in un numero del 1996 un dibattito sulle “varietà di capitalismo”.

Vi si ritrovano tutti i topoi della sinistra “modernizzatrice” à la Blair, Schröder, Rocard, Clinton, e Veltroni/D’Alema (dell’epoca): dalla necessità di liberare le energie delle imprese, alla liberalizzazione del mercato del lavoro, passando per l’immancabile “attrarre gli investimenti esteri”. Poi mi sono riletto un altro numero, del 2017, sulla necessità di “tornare all’eguaglianza”, molto più critico su questi stessi temi.

Questo è quel che ho sempre apprezzato di MicroMega: mentre le opinioni di altri protagonisti dell’industria culturale italiana si cristallizzavano, diventando cappa cupa che opprime il dibattito pubblico, le idee e posizioni di MicroMega cambiavano al cambiare dei fatti. Credo che questa caratteristica le sia costata l’interruzione del contratto con l’editore precedente. Ed è esattamente per questo che la rivista deve continuare.

 (* Direttore Istituto Max Planck per la ricerca sociale, Colonia)

 

LORENZA CARLASSARE

MicroMega deve continuare. Il pluralismo delle voci è essenziale: la democrazia non può vivere se il cittadino non è in grado di partecipare in modo consapevole, sentite opinioni e valutazioni differenti. La concentrazione delle fonti informative è un rischio gravissimo che dobbiamo ad ogni costo scongiurare.

 

MARILÙ OLIVA

#sostengomicromegaperché è una realtà intelligente e brillante, vivida, di cui oggi abbiamo tanto bisogno. E poi indaga senza edulcorare, si preoccupa di andare controcorrente e sfonda gli stereotipi.

 

FRANCESCO “PANCHO” PARDI

Cari lettori di MicroMega, nel suo trentacinquesimo anno di vita la rivista è stata abbandonata dal suo editore. Ora deve rinascere. Ci sostiene la fiducia nelle lotte che abbiamo fatto insieme. Contro la corruzione della politica, contro l’anomalia del monopolista televisivo al vertice del potere, contro le debolezze del centrosinistra, per l’informazione libera, per i diritti civili, per la laicità dello stato, per l’uguaglianza. Ricordate Piazza San Giovanni a Roma, 14 settembre 2002? La manifestazione che costrinse il centrosinistra riluttante a fare l’opposizione a Berlusconi? Allora si vide che una rivista dedita al dibattito filosofico e politico poteva assumere un ruolo di intervento diretto nella pratica sociale. E così vogliamo sia la sua vita futura. Rigore scientifico e impegno civile. Cari lettori, vi chiediamo di impegnarvi nella più convinta campagna di abbonamenti. MicroMega vive solo se sostenuta dai suoi lettori. Fate sentire la vostra voce.

 

ROBERTA DE MONTICELLI

Se tutti noi docenti di ogni ordine e grado fossimo stati, in questi ultimi trentacinque anni, meno distratti, meno perduti ciascuno nella fatica non sempre eroica del proprio lavoro; se avessimo capito meglio quanto importante, in certi momenti della vita di un paese, è il dibattito delle idee, dar forma comprensibile ai propri dubbi, fare domande precise a chi sa di più, cercare buone ragioni alle proprie convinzioni; insomma, se avessimo avuto più attenzione e gratitudine per imprese rare come MicroMega, questo sarebbe oggi un paese migliore, meno addormentato nella sua disperazione. Non è mai troppo tardi per rimediare un po’. Sosteniamo la nuova MicroMega. Io ci provo.

FABRIZIO TASSI

Non è obbligatorio condividere le idee di una rivista, per decidere di sostenerla. A partire da quelle politiche (l’autodefinizione, in questo caso, è “sinistra illuminista”). Per capire l’importanza di MicroMega credo basti scorrere l’elenco di chi ha contribuito negli anni ad alimentare questo laboratorio di idee, percorrerendo gli indici, i temi affrontati, le argomentazioni spesso eretiche, gli annuari di scienza, filosofia, cinema.
Ho avuto l’onore, immeritato, di dare un piccolo contributo a questa storia, negli ultimi anni, pubblicando saggi, interviste, perfino racconti. E anche quando c’è stata divergenza di idee, scelte politiche diverse, ideali non proprio coincidenti, la mia libertà di espressione è stata non solo rispettata ma stimolata (anche dopo che le circostanze e gli impegni mi hanno reso più difficile contribuire alla rivista). Le “provocazioni”, qui, sono sempre ben accette. E oggi ne abbiamo bisogno.
Quindi, se potete, date un contributo perché questa voce non si spenga.

 

SUMAYA ABDEL QADER

Mi era dispiaciuto sapere che MicroMega avrebbe chiuso. E ora son contenta di sapere che si rimettono in piedi da soli.
Pur non condividendo alcune loro posizioni specie riguardo le religioni, islam, musulmani, e altro (Flores d’Arcais mi ha fortemente criticato per la mia partecipazione in politica perché indosso il velo), ma trovo che sia una rivista utile per molti aspetti ed ha interessanti spunti critici che altre riviste “mainstream” non hanno o “evitano”.
Per questo mi abbonerò cercando di contribuire, se pur con poco, al loro progetto editoriale. In bocca al lupo.

 

MARIA CONCETTA TRINGALI

MicroMega è una di quelle risorse che questo Paese – così facile ai condizionamenti – non può permettersi di perdere.
Un luogo dove il pensiero laico ci aiuta da anni a leggere il mondo che cambia sotto ai nostri occhi.
Personalmente ho un debito di riconoscenza verso questa rivista. Sin dai tempi dell’università e del primo impegno giovanile è sempre stata LA rivista, per me, un punto di riferimento fermo e una fonte continua di spunti.
Ho un debito, perché per prima mi ha dato l’opportunità di sperimentarmi in una scrittura che ha fatto presto a diventare nella mia vita un irrinunciabile esercizio di libertà e di espressione.
Chi legge MicroMega si sarà accorto che manca da molti mesi.
Questo post è per dire che sta per tornare, finalmente.
Io ho deciso di sostenere il giornale nel suo nuovo corso, regalandomi i primi 10 numeri.
Provate a farlo anche voi, se credete come me che un certo tipo di spazio editoriale in questo Paese sia una merce sempre più rara e preziosa.

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