Soumahoro: “Federare gli invisibili, ridare rappresentanza alle lotte”

Nella quarta puntata di “La politica che (non) c’è” MicroMega ha intervistato Aboubakar Soumahoro, tra i fondatori di Invisibili in movimento. “Oggi la politica è a un bivio. Guardare nel disagio sociale solo un possibile consenso elettorale oppure impegnarsi per cambiare le condizioni del presente?”.

Daniele Nalbone

“Ci siamo abituati ad accettare che le discriminazioni, le sofferenze, la violenza, la precarietà, il disagio, la rassegnazione siano elementi imprescindibili della nostra vita. Ma non è così”. Queste solo le prime righe della descrizione di Invisibili in movimento, una “federazione” di lotte, vertenze, istanze ed aspirazioni che vede tra i suoi fondatori Aboubakar Soumahoro, protagonista della quarta intervista di “La politica che (non) c’è” per MicroMega+. [Qui le interviste a Chiara SaracenoFabrizio Barca e Marco De Ponte].

“Bisogna riprendere il destino nelle nostre mani” spiega Soumahoro. “Oggi chi è fragile è considerato un debole. Gli insegnanti precari, gli operatori sanitari sfruttati, i lavoratori vittime degli algoritmi, i freelance, i lavoratori delle campagne e quelli delle città, giovani, donne, migranti o persone con background migratorio, coloro i quali vorrebbero lavorare di più e quelli che un lavoro non ce l’hanno più. Questi sono gli invisibili. Tutti noi viviamo delle fragilità. Tanti di noi sono, sono stati o saranno invisibili per un periodo della loro vita. È arrivata l’ora che siano queste persone a illuminare il buio della politica, è arrivata l’ora di accendere la speranza che ci permetterà di essere finalmente visibili agli occhi di tutti e di tutte”.

Soumahoro, stiamo vivendo in un periodo di crisi della politica – come molti dicono – o di crisi della rappresentanza?
Oggi la politica è a un bivio. Da una parte, la trasformazione del disagio sociale in consenso elettorale per non cambiare le condizioni del presente. Dall’altra, la capacità di calarsi nei bassifondi dell’umanità con generosità, altruismo e abnegazione risalendo con un miglioramento delle condizioni materiali ed immateriali.
Oggi è assente questa seconda dimensione della politica, schiacciata dentro le dinamiche della rappresentanza che vive una crisi di autorevolezza.

Eppure, in giro c’è tanta politica.
C’è tanta politica, sì, ma che necessita di un respiro di rappresentanza per trasformare la disperazione in speranza.
[PER CONTINUARE A LEGGERE ABBONATI A MICROMEGA+]



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Daniele Nalbone

Mutuo supporto, solidarietà e saperi condivisi: questo quanto emerge dal progetto di ricerca “La Pienezza del Vuoto”.

Il crollo di Salvini, la scomparsa di Di Maio, il flop di Letta. Resiste solo Conte. Così Giorgia Meloni ha vinto senza faticare.

Intervista a Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, per analizzare la campagna elettorale: “Molto meglio i programmi del dibattito”.

Altri articoli di MicroMega+

MicroMega+ del 19 aprile con Michael Sappir, Hanno Hauenstein, Francesco Suman, Mario Barbati, Elisabetta Grande, Serena Celeste, Sara Rossi.

MicroMega+ del 12 aprile con Micol Meghnagi, Mosè Vernetti, Eszter Kováts, Fabio Bartoli, Roberto Rosano e Giovanni Fava.

MicroMega+ del 5 aprile con Peter Beinart, Sara Chessa, Manuel Bianco, Francisco Scalese, Anna Paola Lacatena e Fabio Bartoli.