Sovranismo e reazione al governo

“Natalità”, “Sovranità alimentare”, “Merito”, “Made in Italy”: Meloni ha deciso di caratterizzare il suo governo modificando in maniera significativa i nomi di alcuni ministeri.

Cinzia Sciuto

Più che i nomi dei ministri, sono in nomi dei ministeri a dare il senso di che governo sarà quello guidato da Giorgia Meloni. Il ministero dello Sviluppo economico diventa “Sviluppo economico, imprese e Made in Italy”, l’Agricoltura si accompagna alla “Sovranità alimentare”, all’Istruzione, che già anni fa aveva sciaguratamente perso l’aggettivo pubblica, si affianca oggi, ancora più sciaguratamente il “Merito”, le Pari opportunità vengono collocate nella cornice della “Famiglia e Natalità”. Nei prossimi giorni avremo modo di analizzare nel dettaglio cosa queste nuove denominazioni – e naturalmente i titolari dei relativi dicasteri – hanno in serbo per noi, ma già da adesso possiamo, per esempio, immaginare che le Pari opportunità cucite insieme a Famiglia e Natalità non porteranno certo a un rafforzamento dell’autonomia e autodeterminazione delle donne (e d’altro canto il primo disegno di legge depositato da Gasparri che vuole riconoscere la personalità giuridica del feto è perfettamente coerente con questo disegno).

Molto preoccupante è poi l’associazione dell’”Istruzione” al “Merito”: con questo ennesimo cambio di nome il ministero fa un ulteriore passo in avanti nel percorso che lo allontana dall’idea di un ministero preposto a gestire una scuola della Repubblica il cui obiettivo principale sia la formazione di cittadini critici e consapevoli e si piega definitivamente a una precisa ideologia che vuole la scuola funzionale al mercato. Non ci si lasci infatti ingannare: certo, in teoria il merito potrebbe essere quel “bene” di cui proprio chi non ha altri strumenti, per esempio economici o di relazioni familiari, può disporre e far valere. La Costituzione non ha caso impone di sostenere i “capaci e meritevoli”. Ma sappiamo bene che la retorica della “meritocrazia” che impera da ormai molti anni nelle nostre scuole nulla ha a che fare con lo spirito egualitario che ispira la nostra Carta ma è piuttosto la declinazione teorica di una scuola intesa come una continua gara, sia fra studenti sia fra insegnanti.
Nessuna sorpresa dunque: il governo Meloni sarà come ampiamente previsto un governo sovranista e reazionario. Speriamo adesso che l’opposizione sia all’altezza della sfida.

CREDIT IMAGGINE: ANSA



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