Stage gratuiti, l’Unione Europea: “È sfruttamento dei giovani lavoratori”

Con 580 voti favorevoli l’Ue ha approvato la risoluzione che stabilisce che i tirocini debbano essere retribuiti. Non passano però gli emendamenti per vietarli: Italia Viva vota con Forza Italia e Lega per evitare la messa al bando degli stage.

Maurizio Franco

Lo stage gratuito è una “forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti”. L’Unione Europea ha sentenziato, approvando nella plenaria di Strasburgo, con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astenuti, una risoluzione il cui titolo non lascia adito a dubbi: “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia”. Una condanna politica, condensata nelle 16 pagine del testo pubblicato. Il Parlamento ha espresso preoccupazione per la situazione continentale e ha sottolineato che “i tirocini e le opportunità di lavoro previsti nell’ambito di programmi e iniziative nuovi ed esistenti devono essere non solo retribuiti ma anche limitati nella durata e nel numero, in modo che i giovani non siano intrappolati in un susseguirsi interminabile di tirocini e sfruttati come manodopera a basso costo o addirittura gratuita, senza protezione sociale e senza diritti pensionistici”.

I numeri della proliferazione dei contratti di formazione sono abbastanza eloquenti. Secondo le stime riportate dal Sole 24 ore, nel secondo trimestre del 2021, ci sono state “90 mila attivazioni di tirocini extra-curriculari, ben 62 mila in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente” tornando ai livelli pre-Covid. E il fallimento di Garanzia Giovani, il programma europeo per l’occupabilità per i giovani neet, è sotto la lente d’ingrandimento della cronaca quotidiana.

“I tirocini non pagati sono uno scandalo, non solo nel nostro Paese, ma in tutta l’Unione Europea” ha detto ai microfoni dell’Ansa Massimiliano Smeriglio, parlamentare europeo. Il testo della risoluzione “è un modo per ricordare due giovanissimi, di 16 e 18 anni, che hanno perso la vita in una condizione astratta, di non scuola e di non lavoro”.

La risoluzione, inoltre, oltre a inchiodare lo stillicidio del lavoro gratuito, invita gli Stati membri a proporre un quadro giuridico per garantire un’equa remunerazione per stage e apprendistati. Ma tra il dire e il fare, in politica, c’è un problema di prassi e volontà. Due emendamenti sono stati presentati per vietare effettivamente il ricorso ai tirocini: la conseguenza implicita e legislativa delle posizioni espresse dalla risoluzione, che avrebbe rafforzato la cornice comunitaria dell’Unione. Il primo emendamento è stato presentato dal gruppo socialista mentre l’altro è stato proposto dai Verdi. Il Parlamento, però, li ha respinti in tronco.

I sovranisti, i liberali e i conservatori d’Europa si sono opposti. E tra i no dell’emiciclo europeo spuntano le effigi tricolori di Forza Italia, Lega e Italia viva. Una bocciatura che stride con le piazze di molte città, come Roma e Torino, inondate dal dissenso studentesco contro il sistema duale e l’alternanza scuola-lavoro. Rivendicazioni non ancora pervenute a Strasburgo e silenziate dal voto di un pezzo consistente della destra continentale. Il Partito democratico e il Movimento 5 stelle hanno votato a favore degli emendamenti. Fratelli d’Italia si è astenuta. “Nell’anno europeo dei giovani, i vecchi partiti italiani difendono ancora una volta i potenti e tutti quelli che possono così continuare a sfruttare la manodopera giovanile gratuitamente. Un contratto di stage su due in Europa è gratuito e non prevede nemmeno i rimborsi spesa”, ha dichiarato Tiziana Beghin, capo-delegazione del Movimento pentastellato al Parlamento europeo. “La Lega da sempre lotta contro chi sfrutta i giovani e diffidiamo chiunque dall’affermare il contrario. In questo caso, come il M5s dovrebbe sapere, le competenze sono nazionali, non di Bruxelles: il nostro voto, dunque, è contro una base giuridica unica europea, perché la proposta va oltre le competenze concesse all’Unione dal Tfue” è la risposta di Elena Lizzi, parlamentare europea in quota Lega.

Daniela Rondinelli, deputata europea per il M5s, in una nota, va oltre la risoluzione e la bocciatura degli emendamenti, prefigurando un ulteriore scenario. “In Italia la situazione è disarmante visto che quando va bene ai tirocinanti vengono corrisposti solo dei rimborsi spesa che spesso non coprono nemmeno le spese di spostamento casa-lavoro. Per riportare la giustizia sociale in Europa puntiamo sulla direttiva sul salario minimo che è in fase di negoziazione con il Consiglio”.

L’alternanza scuola-lavoro tra realtà e ideologia

 



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