Suonerie/11: Montellanico, I dischi del sole, Beethoven

Daniele Barbieri, Giovanni Carbone e Mauro Antonio Miglieruolo nel gran mare delle proposte sonore pescheranno spigole (cioè spigolature) mensili adatte a fornire un'idea di quel che si muove ed è subito fruibile da coloro che alle musiche si volgono per migliorare la qualità della vita. Il trio suggerisce solo dopo che quei suoni hanno acceso una qualche luce fra orecchie, cuore e mente.

Daniele Barbieri I Giovanni Carbone I Mauro Antonio Miglieruolo

Ada, la voce e la tuba  – di Daniele Barbieri

Ho sempre amato il jazz ma per anni i lavori stressanti mi hanno impedito di “aggiornarmi” (tranne per i bei concerti di Radiotre). Nella mia beata neo-ignoranza un giorno mi dicono: «dovresti sentire Ada Montellanico, roba da Billie Holiday o Ella Fitzgerald». Penso: “esagerazioni”. Ma… poi ascolto la sua versione di un super classico come «Willow weep for me». Ecco, fatelo con me: https://www.youtube.com/watch?v=vwCw7aV1tM8 . E’ una incisione dal vivo alla «Casa del jazz» di Roma nel 2008 che è finita anche in un cd cangurato dal supergruppo (non musicale)  «Repubblica-L’espresso» che ogni tanto – ma di rado – fa cose buone.

Innamoratomi a primo audio di quest’Ada l’ho inseguita in «Abbey’s Road» del 2016 con il trombettista Giovanni Falzone (bravissimo e dal vivo un “mostro” di simpatia, il che non guasta) e altri ottimi tre: Filippo Vignato (trombone), Ermanno Baron (batteria) e Matteo Bortone (contrabbasso). Un bell’omaggio ad Abbey Lincoln: riuscitissimo proprio perchè rifugge da un abile (ma pigro) plagio.

Fra un impegno organizzativo e l’altro – Ada Montellanico è stata presidente per 8 anni di Mjd (l’associazione dei musicisti italiani di jazz) – ha fatto molti concerti però  mi è sempre sfuggita “dal vivo”, maledizione. Però da poche settimane ho nelle orecchie «WeTuba», il suo nuovo album con Michel Godard (tuba appunto più sax) e un gran bel trio: il piano di Simone Graziano, il contrabbbasso di Francesco Ponticelli e la batteria di Bernardo Guerra…  arricchiti – in due brani – dalla tromba di Paolo Fresu.

“La tuba?” forse penserete voi: “ma che roba è? Da piccioni o da gag comica”. Siete proprio in errore. Provate ad ascoltare in rete Howard Johnson oppure appunto questo bell’ album.

C’è chi ha scritto un concerto per 100 tuba… ma ci sono voluti 35 anni prima che si realizzasse. “Un pazzo” penserà qualcuno. No, un vecchio genio: si chiama Anthony Braxton e magari ne s/ragioniamo un’altra volta.

 

Esiste un sole che non tramonta – di Giovanni Carbone

Non tramontano mai i Dischi del Sole: ritornano freschi come quando sono stati concepiti e il loro valore storico, sociale, culturale pare inalterato. Proporre canzoni, suoni, liriche che parlano degli «ultimi» li rende contemporanei, ché se gli ultimi cambiano faccia, colore, condizione sempre tali restano nel mondo dei “miglior” e degli “unti dal Signore”. Per questo l’iniziativa editoriale di Ala Bianca, affiancata dalla Edizioni Bella Ciao e dall’Istituto Ernesto de Martino, è notevolissima: un cofanetto bianco raccoglie in 4 CD tutta la serie sperimentale pubblicata da “I dischi del sole” fra il 1963 e il 1975. Nella versione originale si contavano 18 vinili a 33 giri digitalizzati da Giovanni Chessa nella sede di Sesto Fiorentino (FI) dell’Istituto Ernesto de Martino. La rimasterizzazione audio successiva è stata di Davide Cristiani nel Bombanella at Groundfloor studio di Modena, indispensabile per restituire nitidezza (straordinaria) all’ascolto.

Il cofanetto è corredato da un intenso libretto di presentazione di Stefano Arrighetti, presidente dell’Istituto Ernesto de Martino, con note e testi riportati sulle vecchie copertine, le note sugli autori della Serie Sperimentale-Canzoni d’uso, con scritti e testi di Dario Fo, Milly, Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Nanni Svampa, Fausto Amodei, Peppino Marotto, Gualtiero Bertelli, Sandra Mantovani, Rudi Assuntino, Gruppo Padano di Piadena e altre/i .

Erano «I dischi bianchi», chiamati così per la veste grafica: concepiti per veicolare la “nuova canzone” d’autore del folklore italiano. Canzoni di popolo e di protesta ma che vanno oltre queste categorizzazioni. Canzoni d’uso, come venivano definite, non solo perché mezzo espressivo individuale, ma anche per la capacità di garantire uno strumento di comunicazione efficace veicolando sensibilità politiche e culturali.

L’operazione non è soltanto riproposta ma anche l’opportunità per chiunque – vecchi appassionati e curiosi della memoria – di riappropriarsi di incisioni senza tempo, molte delle quali mai ristampate su cd.

La produzione è disponibile dal 25 novembre in tutte le Librerie Feltrinelli, all’Istituto Ernesto De Martino o ad Ala Bianca.

Non sono soltanto canzoni ma opere d’arte, storia per note, parole importanti, ricche di emozioni e suggestioni.

https://youtu.be/Ms8NcTk941o

https://on.soundcloud.com/wWYCZ

«Beethoven for Three» – di Mauro Antonio Miglieruolo

Due singolari registrazioni della Sony Classical, un Beethoven adattato per essere eseguito da tre virtuosi:  Emanuel Ax, Leonidas Kavakos, Yo-Yo Ma (piano, violino, violoncello). L’ultima della due edizioni (un audio-cd) contiene la Sesta Sinfonia di Beethoven “Pastorale” e il Piano Trio  Op. 1, No. 3.

Gli esecutori offrono ampia garanzia sulla bontà del risultato. L’approccio al grande autore  (Bonn, 1779 – Vienna 1827) è sconcertante ma accettabile. Anche per un purista incoerente quale io sono. Non si tratta di inchinarsi all’eccellenza dei virtuosi ma di indagare e approfondire, cercare strade nuove e angolature diverse per  avvicinare i classici. D’altronde le stratificazioni sulle opere d’arte costituiscono un inevitabile pari a quello adoperato in natura per coprire le attività sue proprie, oltre che quelle degli umani. Saranno gli archeologi del sapere a riportare alla luce significati, sonorità e sensibilità originali.

Colgo l’occasione per segnalare anche la serie di cd doppi, rilasciata dall’etichetta ERMITAGE (l’etichetta è nata a Bologna, ma attualmente ha sede a Parigi) nel quadro delle celebrazioni per il 250esimo anniversario della nascita di Ludwig Van Beethoven. A partire dal 3 novembre 2020 sono usciti quattro cd doppi contenenti alcune fra le opere maggiori del grande musicista in versione rimasterizzata. I testi che accompagnano i supporti sono curati dal musicologo e critico musicale Piero Rattalino.

Frequentare Beethoven è un’avventura emozionante alla quale ci si può abbandonare senza timore di andare incontro a delusioni. Il suo è un mondo inaudito in cui alla passione fa seguito l’idillio e la serena contemplazione della natura («Settima Sinfonia», presente nella raccolta; e l’inaudita «Sesta sinfonia»). Più e meglio di ogni altro permette di accedere a quel mondo dello spirito in cui l’universo della precisione si coniuga con quello del sentimento. In alcuni momenti – vedi in particolare il terzo movimento della «Nona» – Beethoven raggiunge vette che inducono a credere sia una preghiera alla divinità quella che sta tentando di comporre. Lo stesso lieve inizio della «Nona», un sussurro, è parso a qualcuno il Fiat con il quale è stato dato avvio alla creazione.

Nella prima uscita Karajan dirige la Philarmonia Orchestra e la Berliner Philarmonie Orchestra; mentre il «Concerto n. 5 Imperatore» è diretto da Alceo Galliera che guida la Philarmonia Orchestra (al pianoforte Claudio Arrau). Attraverso tutte sarà possibile ripercorrere i pilastri portanti della musica avvalendosi di esecutori di grande calibro: Arthur Rubinstein, Pierre Fournier, Sviatoslav  Richter, Arturo Benedetti Michelangeli, Mstislav Rostropovich, Emil Gilels, Wilhelm Backhaus e Mieczysław Horszowski e altri.

(*) Una imprescindibile quanto impossibile occasione per far risuonare le note attraverso le parole. Sognando e tentando di attraversare la musica in tutte le sue variegate manifestazioni. Daniele Barbieri, Giovanni Carbone e Mauro Antonio Miglieruolo nel gran mare delle proposte sonore pescheranno spigole (cioè spigolature) mensili adatte a fornire un’idea di quel che si muove ed è subito fruibile da coloro che alle musiche si volgono per migliorare la qualità della vita. Il trio suggerisce solo dopo che quei suoni hanno acceso una qualche luce fra orecchie, cuore e mente.



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