L’epoca delle guerre “umanitarie” e dei gendarmi del mondo è finita a Kabul.
“Possono frustarci, incarcerarci, lapidarci, puntarci una pistola alla testa, ma non possono spegnerci, non più”.
Non è possibile capire la fine della guerra in Afghanistan se non si parte dall’inizio e dalle cause che l’hanno generata.
Afghanistan, agosto 2021. Una poesia inedita di Ennio Cavalli.
Per tutelare la popolazione è necessario assicurare subito corridoi umanitari e attivare un ufficio della Corte Penale Internazionale.
La sconfitta statunitense è politica e il giudizio che la riguarda non può astenersi dall’interrogare il ruolo storico degli Stati Uniti.
A cosa sono serviti 20 anni di guerre e stragi? Quali lezioni dobbiamo trarre da questo clamoroso disastro?
Davvero non c’è alternativa fra l’occupazione militare e il disinteresse per il destino altrui?
Centinaia di migliaia di persone fuggite nelle ultime settimane: “Se ti prendono gli iraniani vai a finire nei campi di concentramento”.