Ultimi botti elettorali: forse ci pigliano per scemi

Quale razionalità attribuire ai botti di questa fine-campagna, se non associarli a riti carnevaleschi ma infinitamente meno allegri?

Mauro Barberis

La campagna elettorale più pazza del mondo volge al termine, fra botti (fuochi artificiali) d’ogni tipo. Se un esploratore marziano assistesse alla scena, non crederebbe ai suoi (dodici) occhi e alle sue (trentadue) orecchie: specie se si fosse informato prima sulla specie umana, e sapesse che, per lunga quanto dubbia tradizione, l’uomo s’è autoproclamato animale razionale. Quale razionalità attribuire, infatti, ai botti di questa fine-campagna, se non associarli a riti carnevaleschi ma infinitamente meno allegri, anzi macchiati da una cupezza e una rabbia da sfiorare la disperazione?

Prendiamo solo le ultime dichiarazioni. Ma chi gliel’avrà fatto fare all’onorevole Mollicone, responsabile cultura di Fratelli d’Italia, e già questa è una notizia, di dichiarare a intervistatori sanmarinesi allibiti che in Italia già oggi – voglio dire, prim’ancora che governino loro – «le coppie omosessuali non sono legali»? No? E le unioni civili, allora? Ma forse l’on. Mollicone non ha fatto uno scivolone: si è solo portato avanti con il lavoro. Forse voleva suggerire di non prendere alla lettera la sua capa Giorgia quando ripete che il loro governo non toccherà i diritti civili. Macché, li toccheranno eccome, qualcuno di loro già sogna la “polizia morale” iraniana.

E che dire dell’accanimento di “Giuseppi” Conte contro Draghi? «Ditemi un solo provvedimento per il quale il suo governo passerà alla storia», ha scandito l’Avvocato del Popolo. Forse l’abbassamento delle tasse e gli aiuti a famiglie e imprese che proprio lui, l’Avvocato, ha impedito al governo Draghi di approvare, facendolo saltare? E poi: «Draghi è l’unico leader occidentale che non ha condannato le minacce di Putin, è un desaparecido». Sarà mica perché Draghi le aveva condannate prima, senza aspettare le sconfitte in Ucraina, come ha fatto lui? Io me lo ricordo un provvedimento per cui i governi Conte passeranno alla storia: non il reddito di cittadinanza, ma i decreti sicurezza, roba da guinness dei primati dell’incostituzionalità.

E Berlusconi, che nel tentativo di difendere il vecchio amico Putin ha farfugliato che, poveretto, ha dovuto intervenire in Ucraina per metterci un governo «perbene»? Se voleva rassicurare l’Europa – il ruolo che s’è auto-assunto nel futuro governo di destra – forse era meglio stare zitti. Così come Salvini, sconvolto dall’idea che Giorgia non gli voglia ridare il Ministero degli Interni, dove lo conoscono solo per i social, forse poteva trattenersi dall’attaccare Ursula von der Leyen: certo, se l’Italia imboccherà la strada di Polonia e Ungheria, rischia le stesse sanzioni, ha fatto bene ad avvertirci. Soprattutto, Salvini poteva astenersi dal ripetere dieci volte che l’unico nostro problema sono le bollette. Come se l’Europa non ci avesse promesso 220 miliardi di aiuti, metà dei quali a fondo perduto, invece di ricordarci che dobbiamo ancora pagare i debiti fatti da Craxi, Andreotti e Forlani in poi.

Insomma, Dio acceca chi vuole perdere: questa potrebbe essere la spiegazione. Ma forse, più laicamente – laicamente si può dire, non è ancora reato – si potrebbero addurre altre spiegazioni, che al marziano non basteranno, ma a noi umani sì. Una è la straordinaria impreparazione della nostra classe politica, specie di destra: la sola idea che molti dei personaggi qui menzionati vadano a trattare con l’Europa o gli Usa mette i brividi. L’altra è, più semplicemente, che ci prendano per scemi. La stessa idea di quanti non andranno a votare: credendosi, chissà perché, più furbi di noi.

(credit foto ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)



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