“Un caffè sospeso” per Aleksej Naval’nyj

Nel giorno dei funerali di Aleksej Naval’nyj condividiamo questa poesia a lui dedicata, parte della raccolta “Il silenzio è migliore di me”, in uscita per la Nave di Teseo.

Ennio Cavalli

Quei fiori sbocciati sul ciglio della strada, Aleksej,
dicono quanto la solitudine
possa essere rappresentanza e scacco matto
nello sfascio dell’insieme.
Sarai sempre la goccia scansionata
a riprova che esiste la sorgente acquattata
la cascata, la valanga innumerevole dei non sudditi.
Hai fatto la cosa più folle al di qua delle barricate
e del buon senso:
usare come specchio ustorio il regime
i metodi del regime
le carceri e i veleni del regime.
Dopo essere stato assassinato a metà, per tre quarti,
quasi per intero
sei rientrato come un amante scapestrato,
rinunciando alla bella moglie, alla figlia uguale a te,
all’esilio che ti stava più stretto di una cella,
per riconsegnarti pazzamente a chi non aspettava altro.
Nessuno l’aveva fatto dai tempi della stampella
lanciata da Toti verso il Risorgimento,
nessuno lo fa, a meno di non essere un russo
dalle briglie al vento, ben informato sul fatto
che più sei solo e più ti giochi tutto,
più è facile che in momenti come questo
gli altri si accorgano di essere morti con te,
ma anche di avere un caffè sospeso
un caffè già pagato al banco della sollevazione.

CREDITI FOTO: ANSA-ZUMAPRESS /
Volha Shukaila

 



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