Un Paese che frana

Mentre il divario Nord-Sud si allarga, il numero di famiglie a rischio povertà aumenta e il lavoro diventa sempre più povero, il governo vara una manovra che aumenta le diseguaglianze.

Cinzia Sciuto

L’Italia è un Paese che sta letteralmente franando. Sta franando fisicamente, come abbiamo drammaticamente visto a Ischia domenica scorsa, e sta franando socialmente. Secondo il rapporto Svimez pubblicato pochi giorni fa, il divario Nord-Sud – che negli ultimi anni stava lentamente iniziando a restringersi – sta ora tornando drammaticamente ad ampliarsi con sacche di povertà che riguardano fasce sempre più ampie di popolazione. E a essere povere non sono solo le persone che non lavorano, ma sta crescendo sempre di più (e di nuovo ancora più drammaticamente al Sud) anche il fenomeno del cosiddetto lavoro povero: quel lavoro pagato talmente poco da non consentire alle persone di uscire dalla povertà.
Di fronte a questa situazione, il governo che fa? Anziché mettere in sicurezza la montagna che sta franando, taglia gli ultimi alberi rimasti e indebolisce ulteriormente le paratie di protezione che erano state messe per trattenerla. Perché in una situazione come quella appena descritta, demolire uno degli strumenti più efficaci di sostegno ai poveri quale è il Reddito di cittadinanza, mentre si premiano evasori e lavoratori autonomi ricchi, significa dare il colpo di grazia a una montagna già profondamente ferita.
La coesione sociale è un po’ come l’assetto idrogeologico del territorio: se tu non solo non lo curi, ma lo mini disboscando e buttando colate di cemento abusivo, prima o poi la montagna frana. Non sappiamo quando esattamente, ma che franerà è una certezza. Le diseguaglianze sono per la società come la deforestazione e le colate di cemento per le montagne: minano la coesione sociale. Che non sappiamo quando esattamente, ma prima o poi esploderà.

 



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