Valerio Evangelisti, un libro a un anno dalla scomparsa

"La fredda guerra dei mondi” comprende diversi racconti e romanzi brevi, oltre al resoconto del tumore al sistema linfatico che lo aveva colpito e i primi capitoli del suo romanzo inedito di fantascienza di cui il libro è eponimo.

Marilù Oliva

«Gli intellettuali mainstream stanno teorizzando il disimpegno più totale, quando non il qualunquismo. Vedo un grande distacco dal reale e un grande qualunquismo. Ci sono eccezioni, certo. A me piacciono quelli che fanno discorsi forti, il che non vuol dire che io sia un fanatico. Sono da una vita un estremista di sinistra, un libertario, ma nessuno mi troverebbe fanatico, perché in realtà discuto con tutti».
Questo aveva dichiarato in un’intervista su Libroguerriero, nel 2013, e si è sempre professato coerente con ciò che diceva. Nel senso che la sua militanza andava di pari passo con la produzione letteraria e con l’impegno, manifestato attraverso un pensiero lucido, acuto, intelligente, allenato dai tanti studi e sempre disposto al confronto.
Ha lasciato un grande vuoto, il Magister. Così, infatti, lo soprannominavamo noi della webzine Carmilla e gli amici della mailing di Eymerich, il suo personaggio letterario più celebre. Una mailing a cui lui teneva molto, tanto da averla definita “il mio romanzo più riuscito”.

Ma siccome lui non era certo uno da sentimentalismi o imbalsamazioni celebrative (certo gli farebbero piacere le tante manifestazioni di affetto che ho visto in giro, ma di sicuro non ci risparmierebbe una delle sue battute caustiche), preferisco parlarne attraverso un libro uscito postumo per Mondadori, “La fredda guerra dei mondi”, curata da Franco Forte. Comprende diversi suoi racconti e romanzi brevi – materiale difficilmente reperibile, anche nelle biblioteche! – oltre al resoconto del tumore al sistema linfatico che lo colpì, “Day Hospital” (ma non si tratta di una lamentazione, al contrario: è una sorta di diario in cui ci consegna in maniera precisa e anche garbata il suo calvario), infine i primi capitoli del suo romanzo inedito di fantascienza di cui il libro è eponimo, per l’appunto: “La fredda guerra die mondi”.

Parliamo di uno scrittore immenso, che – come aveva profetizzato Alan D. Altieri – un giorno verrà studiato e analizzato quanto merita, per la sua portata che travalica i confini: «Verrà un tempo in cui l’opera letteraria di Valerio Evangelisti sarà oggetto di saggi accademici. A tutti gli effetti Valerio è uno dei più straordinari narratori europei del nostro tempo. Uomo di incredibile cultura e di stupefacente inventiva, riesce ad amalgamare generi, tematiche e modelli quasi antitetici e a plasmarli in un’unica entità narrativa di perfezione pressoché cartesiana». Qualcosa di simile lo ha dichiarato anche l’autore televisivo e carmilliano Filippo Casaccia: «Di fronte a un valore letterario, culturale e politico assoluto si rischia di perdere di vista la carica umana e affettiva di Valerio».

Nella sua introduzione, anche Franco Forte, scrittore e direttore di diverse collane Mondadori, ha sottolineato la grandezza a 360 gradi di un autore che ha ottenuto comunque diversi riconoscimenti: traduzioni, premi letterari, pagine intere in momenti in cui i quotidiani nazionali non riservano molto spazio alla cultura. Sempre Franco Forte ha dichiarato gli intenti di questo volume che è anche celebrativo: viene stampato a un anno dalla sua scomparsa per omaggiare la portata caleidoscopica del suo talento, perché se è vero che la fantascienza è stato il suo epicentro, in questa raccolta troverete altre anime, altre pulsioni narrative: esse concorrono, tutte, a darci una piccola ma luminosa idea della grandezza di questo artista.



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