La passione “fascio rock” del nuovo ambasciatore italiano a Singapore

Mario Andrea Vattani, fresco di nomina della Farnesina, in passato era conosciuto come “Katanga”, voce del gruppo musicale “Sotto fascia semplice”. Dieci anni fa suonò al festival di Casapound.

Maurizio Franco

A Singapore ci sarà un nuovo ambasciatore: Mario Andrea Vattani. Annata ’66, carriera diplomatica in giro per il mondo per conto del Ministero degli Esteri, consigliere del sindaco di Roma Gianni Alemanno nel 2008 e l’approdo, nel 2011, ai vertici del consolato di Osaka. Figlio di Umberto Vattani, ambasciatore e due volte segretario generale del dicastero degli affari internazionali. Un curriculum di tutto rispetto per il rampollo della diplomazia tricolore. Alle spalle, però, un concerto che ha destato scalpore negli ambienti della Farnesina e ha addensato nubi e perplessità sull’uomo delle istituzioni in Giappone.

Ai tempi, il nome d’arte di Vattani era “Katanga” ed era alla guida del complesso “Sotto fascia semplice” dalle melodie “identitarie”. La kermesse musicale in cui si esibì nel 2011 era una manifestazione di Casapound, il movimento di estrema destra che, il prossimo 29 maggio, scenderà in piazza a Roma “portando alto il tricolore, che affonda le sue origini in un’epopea fatta di sangue e suolo” come recita il suo sito.

Sangue e suolo. Il saluto romano e tanto “cameratismo” su quel palco di dieci anni fa. Che, lo stesso diplomatico, ha derubricato al Fatto Quotidiano come “storiella”.
Per le sue esternazioni canore, le cronache dell’epoca avevano battezzato Vattani il “console fascio-rock”. Poco dopo la performance, fu richiamato davanti alla commissione disciplinare del Ministero degli Esteri e sospeso per quattro mesi senza stipendio. Il ricorso al Tar contro la sanzione e la “sopravvenuta carenza di interesse” delle parti in causa.

L’oblio, poi, nelle stanze del dicastero. Con due romanzi pubblicati e un saggio sul Giappone. E il ritorno di fiamma come rappresentante dello Stato italiano a Singapore, nel bailamme dei 17 incarichi impartiti lo scorso mese nello scacchiere globale. Vattani, così, è pronto a partire.

Il 14 maggio alcuni parlamentari hanno interpellato il Ministro Luigi Di Maio per capire quanto sia legittima una designazione del genere e “se non sia opportuno avviare una verifica interna per valutare se l’ambasciatore possa, dopo quanto dichiarato, rappresentare il nostro Paese in sede di corpo diplomatico”.

Paolo Berizzi, inviato del quotidiano La Repubblica, cronista odiato negli ambienti neofascisti per le sue inchieste, e sotto scorta per il suo impegno, ha dichiarato ai microfoni di Radio 1: “È grave questa vicenda perché passa il messaggio che nel nostro Paese si può diventare ambasciatori anche dopo aver esibito con orgoglio le proprie simpatie, le proprie idee fasciste”.

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) si è opposta alla nomina. E nelle parole del presidente Gianfranco Pagliarulo, riportate dal Fatto Quotidiano, c’è tutta la contrarietà dell’organizzazione: “Mandare Vattani a Singapore è come mettere la volpe a guardia del pollaio. Perché a Singapore rappresenta la Repubblica, quella che nel famoso concerto promosso da Casapound dieci anni fa Vattani definiva fondata sui valori ‘degli epuratori, della violenza, del tradimento e sulla lotta armata fatta da banditi e disertori, dinamitardi e bombaroli’”.

 



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