Vertice migranti, i sindaci chiedono aiuto nell’accoglienza ma il governo parla solo di respingimenti

La premier e i ministri discutono di finanziamenti alla guardia costiera della Tunisia, Paese accusato da diverse ong di trattamenti discriminatori nei confronti dei migranti. Nessuna proposta sulla gestione degli arrivi in Italia.

Michela Fantozzi

Al vertice sui migranti di ieri erano presenti la premier Meloni, i ministri Salvini, Tajani, Piantedosi e Crosetto.
Si pensava che il tema dell’incontro a Palazzo Chigi avrebbe riguardato la gestione dei centri di accoglienza, in difficoltà per via dell’alto numero di persone da alloggiare. Dall’inizio dell’anno, infatti, si sono contati 28mila arrivi, il 300% in più rispetto agli stessi mesi del 2022 (è notizia di questa mattina che il barcone alla deriva al largo delle coste libiche sia stato soccorso dalla Geo Barents, salvando 440 persone).
I centri di accoglienza sono già in difficoltà e i sindaci si rivolgono al governo in cerca di sostegno, per l’implementazione di un sistema diverso dalla creazione di altri centri di detenzione, come ha dichiarato il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, contrario all’apertura di «nuove carceri per chi deve essere espulso. In Toscana vogliamo creare dei luoghi adeguati a una funzione che sia l’accoglienza e l’indirizzo sul piano professionale di queste persone».

Invece il focus del vertice è caduto sulla Tunisia dove è in corso una cosiddetta “emergenza” migranti che la presidente Meloni vuole arginare: «La prioritaria è l’azione per aiutare questa nazione amica in un momento di difficoltà». In particolare i ministri hanno discusso uno sblocco dei finanziamenti alla Tunisia per aiutare il paese a gestire i flussi di persone dall’Africa subsahariana. Il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar ha dichiarato: «Per gestire i flussi dei migranti clandestini verso l’Europa, la Tunisia sta impiegando tutte le risorse e i mezzi a sua disposizione. Ma questi non sono illimitati, tanto più che stiamo attraversando un periodo di difficoltà per l’economia e le finanze pubbliche. Di più non possiamo fare».

Eppure diverse ong e anche l’European Council on Foreign Relations denunciano una crisi della democrazia in Tunisia. Il presidente Saied, rappresentante dell’ultradestra tunisina, esorta l’odio sociale e razziale nei confronti dei migranti, che chiama “subsahariani” imprimendo un’accezione dispregiativa al termine. Secondo l’Oim, solo nel 2023 avrebbero perso la vita 450 persone nel mare tunisino e il numero dei dispersi è incerto.
Nonostante il disfacimento della democrazia in Tunisia, con il presidente Saied che imprigiona avversari politici e che riserva un trattamento disumano ai migranti, lo stato italiano continua a investire nella guardia costiera del Paese, fornendo motovedette per impedire ai migranti di partire. E ora il Governo ha dedicato alla Tunisia addirittura un vertice per concederle fondi.

Se i sindaci e le associazioni del terzo settore si aspettavano una soluzione per l’accoglienza dei migranti sul territorio italiano allora sono rimasti amaramente delusi.

 

Foto Palazzo Chigi Flickr | Slices of Light 

 



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