Victor Jara, 50 anni fa l’assassinio del cantautore cileno

Il cantautore Victor Jara, padre della Nueva Canción Chilena e collaboratore degli Inti Illimani, fu assassinato il 16 settembre 1973, pochi giorni dopo il golpe del generale Pinochet. Fatale gli fu soprattutto una canzone del 1969, in cui si rivolgeva direttamente all'allora Ministro dell'Interno. Lo stadio in cui è stato ucciso oggi porta il suo nome ed è non solo un centro sportivo ma anche artistico e culturale, luogo importante per la memoria di una tragica esperienza storica.

Federico Bonadonna

Víctor Jara nacque nel 1932 in una famiglia poverissima: suo padre Manuel, bracciante, era alcolista e analfabeta. Victor, due anni dopo la morte dell’amatissima madre Amanda, entrò nel seminario di San Bernardo, dove imparò il canto gregoriano e dove ricevette la sua formazione cristiana (sono gli anni della Teologia della Liberazione), che condizionerà il suo pensiero politico. Questa impronta appare nei testi di molte delle sue canzoni più emblematiche: Manifiesto, Vientos del Pueblo, Con el alma llena de banderas, Plagaria de un labrador e tante altre, fino al suo ultimo e più tragico poema, Estadio de Chile, scritto su un foglietto poche ore prima del suo brutale assassinio.
La vita di Victor Jara ha dei tratti in comune con quella, poverissima, di Miguel Hernández e la sua morte lo imparenta a Federico García Lorca, facendone un martire, cioè un testimone dell’orrore subito da un intero Paese. Una morte, la sua, simultanea al sogno di una democrazia nuova, alla speranza di un’epoca, a quella del Presidente Allende, di Neruda e di migliaia di cileni.
Uscito dal seminario per mancanza di vocazione, Víctor inizia a fare teatro. Poi entra nel gruppo Cuncumén che, sotto l’ala protettrice di Margot Loyola e Violeta Parra, negli anni Cinquanta, faceva ricerca folclorica. Dopo il suicidio di Violeta Parra, Jara iniziò la carriera solista e diventò il direttore artistico del gruppo Quilapayún e collaborò con gli Inti Illimani. Insieme a Violeta e Patricio Manns, è uno dei padri della Nueva Canción Chilena che non costituì solo un’alternativa musicale, ma anche culturale e politica.

Il delitto 

Víctor Jara pubblicò Pregunta por Puerto Montt nel 1969. Era la prima canzone della storia del Cile che recava un’accusa diretta a un politico: “Usted debe responder señor Pérez Zujovic: ¿Por qué al pueblo indefenso contestaron con fusil? Señor Pérez su conciencia la enterró en un ataúd y no limpiarán sus manos ni toda la lluvia del sur”.[1] Tutta la canzone è di una forza politica mai sentita prima. Anche Violeta Parra aveva fatto canzoni forti, ma prive di un riferimento diretto, fuor di metafora, a un politico. Quella di Puerto Montt era gente senza niente che occupava la terra per sopravvivere e l’esercito aprì il fuoco uccidendo nove persone. Víctor Jara chiese al responsabile del massacro, il Ministro dell’Interno Pérez Zujovic, di risponderne. Si era in campagna elettorale per Allende, la canzone di Víctor unì la sinistra, ma Allende aveva bisogno di aprirsi verso il centro e quella canzone avrebbe potuto togliergli voti. Però non avvenne.
La canzone segnò invece la sorte di Víctor perché i giornali di destra iniziarono a prenderlo di mira, trasformandolo ancora di più in un simbolo della sinistra.
Poco dopo l’uscita di Pregunta por Puerto Montt, Víctor fu invitato a fare un concerto alla St. George School, una scuola cattolica americana frequentata dalla borghesia cilena con preti giovani e progressisti, legati alla fase storica degli Stati Uniti dell’epoca: il Sessantotto, la contestazione per la guerra in Vietnam, gli hippy. Durante il concerto, dal pubblico, chiesero a Jara di cantare Puerto Montt; lui non voleva, ma alla fine cedette. Tra il pubblico c’erano anche i figli di Peréz Zujovic, ma Víctor non lo sapeva. Così come non sapeva che quelli che gli chiedevano di cantare Puerto Montt lo facevano per provocare i figli del ministro. “Non era tanto una questione politica, ma un modo per trasformare quell’incontro in rissa. Cosa che accadde, come raccontarono tutti i giornali. Il fatto sconvolgente fu che a distanza di poco tempo un commando della VOP (Vanguardia Organizada del Pueblo) uccise Peréz Zujovic. E questo cambiò il destino di Víctor che iniziò a essere insultato per strada, la gente buttava immondizia nel suo giardino, gli imbrattavano la porta. Penso che Pregunta por Puerto Monnt abbia segnato il suo destino e addirittura condizionato la sua morte”, sostiene Jorge Coulón, leader degli Inti Illimani.[2]
Allo stadio che oggi porta il suo nome, Víctor subì varie torture: gli cavarono un occhio, gli spaccarono testa, costole e mani e poi gli dissero di suonare la chitarra. Nel suo corpo hanno ritrovato quarantaquattro bossoli. L’ipotesi è che ognuno dei cinque ufficiali in quel momento presenti allo Stadio gli abbia scaricato tutti i colpi della pistola nel caricatore. “All’inizio si pensava a un’esecuzione con una mitragliatrice. Invece è probabile che gli ufficiali si siano vendicati anche per la canzone contro Peréz Zujovic”.[3] I resti dell’artista furono ritrovati nelle vicinanze del cimitero Metropolitano e riconosciuti dalla moglie Joan Turner, oggi novantacinquenne.
Nel 2018 si è concluso il processo per l’omicidio di Víctor Jara e nel 2023 la Corte Suprema ha stabilito venticinque anni carcere per i sette militari responsabili. L’ufficiale Barrientos Nuñes, quello che giocò alla roulette russa con Victor Jara, dopo il golpe si è rifugiato negli Stati Uniti prendendo la cittadinanza americana. Fino a quando il tribunale della Florida nel 2018 non l’ha condannato a un risarcimento milionario non ha avuto problemi. A luglio 2023 il tribunale ha stabilito che ottenne la cittadinanza in modo fraudolento e sarà estradato. Il generale Hernan Chacon Soto, 86 anni, invece, si è sparato nella sua abitazione il 29 agosto 2023 prima di essere arrestato.

[1] “Signor Pérez Zujovic, lei deve rispondere: perché al popolo indifeso si parla con i fucili? Signor Pérez, lei ha sepolto la sua coscienza in una bara e non basterà tutta la pioggia del sud per lavare le sue mani”.

[2] J. Coulón- F. Bonadonna, Sulle corde del tempo. Una storia degli Inti Illimani, Edicola Ediioni, 2021.

[3] Ivi.

CREDITI FOTO: Luis Poirot. Quena – Fondazione Victor Jara|Wikimedia Commons



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