Ancora fascisti al governo

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Andrea De Pasquale, estimatore di Pino Rauti, nominato dal ministro Franceschini direttore dell’Archivio Centrale dello Stato.

Il nazi fascista Pino Rauti, capo di Ordine Nuovo e indagato per la strage di Piazza Fontana è stato “uno dei personaggi chiave della Storia della Destra in Italia: organizzatore, pensatore, studioso, giornalista, deputato dal 1972 al 1992. Tanto attivo e creativo, quanto riflessivo e critico”.
Con queste parole mielate Andrea De Pasquale definiva Rauti, acquisendone gli archivi nella Biblioteca che dirigeva.
Ora questo burocrate, estimatore di uno dei personaggi coinvolti nelle storie più nere della Repubblica, è stato nominato dal ministro Franceschini direttore dell’Archivio Centrale dello Stato.
I familiari delle vittime delle stragi fasciste avevano pubblicamente chiesto al ministro di non fare quella nomina. Poi lo stesso Consiglio superiore dei Beni Culturali si era pronunciato contro di essa. Ma il ministro ha tirato dritto e il compagno Tomaso Montanari, per cui l’antifascismo non è una foglia di fico per coprire intrighi e affari, si è dimesso dall’organismo.
Nulla di quello che avviene è casuale. Con la finzione ipocrita della superiorità della cultura, del superamento delle divisioni, della storia condivisa, in Italia si sta diffondendo un livello di tolleranza verso il fascismo che ha come precedenti solo quello del governo Tambroni del 1960. Solo che allora il governo si basava sui voti del MSI e la Resistenza era ancora un ricordo vivo. Oggi il governo Draghi galleggia e costruisce carriere politiche sul disperdersi della memoria, sulla costruzione revisionista fondata sulla criminale equiparazione di fascismo e comunismo, sulle pulsioni reazionarie sempre più giustificate e legittimate. Così la nomina di De Pasquale segue quella dell’ex (?) naziskin Mario Vattani come ambasciatore a Singapore. E continua tranquilla la permanenza al governo di Durigon. Chi legittima il fascismo come idee e storia e non come crimine è oggi al governo. Anzi il governi Draghi vive anche di questa legittimazione. E i partiti che protestano sempre attaccati alla poltrona sono penosi complici. E a sua volta Mattarella tace.
Alla prossima celebrazione antifascista dobbiamo travolgere di fischi i palchi ufficiali coi governanti.