La storia del Celeste

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Roberto Formigoni: da homo tropicalis a galeotto, da galeotto a francescano, da francescano a Eroe della lombarda sanità.

Che è successo al Celeste Formigoni?
Il memor domini molto ha sofferto
i pm lombardi curiosoni
che al lavoro ogni giorno hanno scoperto



viaggi alle Antille, splendide vacanze,
magnifici week end sull’Ad maiora
ove secondo le testimonianze
il motto rispettò Ora et labora

con tanto di tangenti e di rosario.
Hanno scoperto pur che l’uomo pio
con gran rassegnazion sali il Calvario
di imbandigion con ogni ben di Dio



pagate dagli amici generosi
che Roberto non ricambiò giammai.
A Cielle ha spiegato ai suoi tifosi
indossando il cilicio senza lai:

“Guardandomi negli occhi Benedetto
mi disse: “Frega pure tanti sghei
considerato che il Signor mi ha detto:
“Non ci saran condanne ma trofei





con il sistema che lo fa innocente:
a Roberto le ferie nelle Antille
e alla Chiesa una cifra equivalente
a mo’ di tropical otto per mille”.

Nel diciannove giunse la bufera:
per corruzione si beccò il bigotto
un lustro e dieci mesi di galera.
Da memor Domini a galeotto.

Nel ventidue vien già riabilitato
in quasi un’ora di documentario
che diventar lo fa da carcerato
un uom dabbene, quasi un missionario.

Qui scenette di vita quotidiana:
ecco il Celeste che si fa il caffè,
che col pettine i boccoli dipana,
che consulta i giornal sul canapè.

Là i testimoni della sua bontà:
Vittorio Feltri, tale Neva Sbrissa,
Sansonetti, Albertini, Ruth Shammah,
lui stesso che di lodi si subissa:

“Con valenza sociale ho governato,
attento alle famiglie numerose,
dei poveri mi sono preoccupato
e degli anzian cui mancan troppe cose”.

“Son stati tempi di grandi riforme
e grazie a quella della sanità
ottenni un risultato proprio enorme
che nei secoli lustro mi darà:

i poveri ho mandato per le cure
negli ospedal dei ricchi, un gran successo
che vera gloria meritava eppure
in grande povertà io vivo adesso

poiché ogni bene mi hanno pignorato!”
E il Celeste che era un galeotto
a un tratto un francescano è diventato.
Di Albertini conclude il pistolotto:

“Quando dei giudici più scrupolosi
correggeranno questo grave sbaglio
di lui sarete tutti voi orgogliosi!”
Un pistolotto? Eppure sembra un raglio.

 



(credit foto ANSA/ANGELO CARCONI)