Non si impara davanti a un computer

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Si intensificano le mobilitazioni per la didattica in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado e per ottenere maggiori investimenti per la formazione pubblica.

«La scuola è organo costituzionale» affermava Pietro Calamandrei. Perché senza la scuola non c’è comunità democratica nelle pari opportunità di emancipazione individuale e sociale.



Lo sforzo di ragazzi e insegnanti è stato titanico in questi mesi di impegno per la didattica a distanza. Ma non si impara davanti ad un computer. E per questo occorre tornare in classe.

Occorre cogliere l’occasione del Recovery Fund affinché una parte notevole sia riservata ad una politica di investimenti per la valorizzazione della Scuola pubblica. Una politica che deve essere sistematica: dai così detti “asili nido” e dalla scuola l’infanzia… fino all’università.



Senza scuola non ci sono diritti e non si imparano i doveri.

Ecco allora che il diritto allo studio deve essere la priorità del Paese, con un incremento della spesa pubblica annua almeno pari a quel 5% del PIL che l’avvicinerebbe alla media di investimento prevista nelle democrazie europee.





Ma investire nella scuola significa riconoscimento sociale del ruolo dei docenti e quindi innalzamento dei loro stipendi.

Rilancio della scuola pubblica significa spazi adeguati e non classi pollaio. Pertanto, il Recovery Fund va utilizzato anche in questa prospettiva.

Queste le richieste del movimento spontaneo che si è costruito per rimettere al centro la scuola pubblica. Che, per citare ancora Calamandrei: «È un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue […]. Da tutta la bassura della sorte umana originaria, dall’incultura originaria dovrà ciascuno poter lanciare su, snodare il suo piccolo stelo per arrivare a prendere la sua parte di sole. A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale».

 



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