Ho letto con molto interesse la lettera aperta di Paolo Flores D’Arcais Ma quale dispotismo! Il Green pass è libertà. Lettera aperta a Massimo Cacciari. Gli argomenti trattati sono quanto mai urgenti. Lo spirito illuminista di MicroMega, le battaglie condotte in difesa di una cultura libera dai dogmatismi; di un approccio scientifico ai problemi; della laicità dello Stato… ebbene, tutto ciò rende questa lettera, più che opportuna, necessaria. In verità, più che una lettera aperta è un j’accuse, che non è rivolto ai filosofi Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, ma denuncia quel tipo di cultura che le loro esternazioni sulla pandemia rappresentano: quella antiscientifica e autoreferenziale di certi ambienti accademici, che non aiuta i cittadini a difendersi dalle fake news, ma ne favorisce la diffusione; che non li aiuta a orientarsi nella complessità del presente. Purtroppo siamo inondati di fake news. Molti sprovveduti se le bevono, appena le trovano in qualche sito web o nei social media, senza preoccuparsi minimamente di verificare le fonti. Ora, i creduloni e gli imbecilli ci sono sempre stati, ma un tempo, come osservava Umberto Eco, tutt’al più sproloquiavano al bar con gli amici e venivano presto zittiti. Oggi straparlano nei social network, si sentono in dovere di affermare – con certezza matematica – cose prive di qualsiasi fondamento. Il fatto è che non sempre sono innocui. Finché sentiamo dei pazzi sostenere che la Terra è piatta, non subiamo alcun danno. Ci facciamo quattro risate e finisce lì. Ma se si diffonde la bufala che il Covid è una semplice influenza; o che i vaccini sono un rimedio peggiore del male; o che ci sono alternative all’immunità di popolazione per sconfiggere la pandemia … ebbene, in questi casi, se abbiamo filosofi o intellettuali che si esprimono al riguardo – sostenendo teorie pseudoscientifiche o dottrine infondate – allora i danni possono risultare gravissimi.
L’articolo di Agamben e Cacciari potrebbe diventare il Manifesto dei no-vax. È un’operazione molto interessante. Il filosofo maestro del biopotere sembra chiedere aiuto al collega politico, dopo le sue esternazioni a dir poco imbarazzanti: i docenti che utilizzano la DAD sarebbero come quelli che non si ribellarono al fascismo; i cittadini che rifiutano il vaccino sarebbero come gli ebrei discriminati dalle leggi razziali. Questo articolo a quattro mani pare più sensato. Non è scritto male, riporta perfino dei dati statistici (sebbene parziali e decontestualizzati). Peccato che si limiti a “decostruire” la cosiddetta narrazione ufficiale. Gli esimi accademici si guardano bene dal proporre alternative. Quale sarebbe lo scenario che essi delineano? Né l’obbligo vaccinale né il green pass? I no-vax sarebbero liberi di andarsene in giro per il paese, a innescare un’altra crescita esponenziale dei contagi? Viene da chiedersi: i due illustri filosofi sanno che cos’è una funzione esponenziale?
Come giustamente osserva Bertrand Russell, alla fine di quel capolavoro della divulgazione storica e filosofica che è Storia della filosofia occidentale, nel campo filosofico un vero progresso non c’è stato. Con la nascita della scienza moderna, nel Seicento, i risultati che abbiamo conseguito in ambito scientifico e tecnologico hanno favorito un progresso di cui nessuna civiltà aveva mai potuto beneficiare: nel campo della conoscenza; nella distribuzione della ricchezza e del benessere; nel miglioramento della qualità della vita. Basterebbe pochissimo: che i filosofi, di tanto in tanto, si affacciassero dal recinto del proprio ambito accademico e comunicassero con i loro colleghi matematici e scienziati. Invece non lo fanno. E i risultati, ahimè, sono questi che vediamo.