Shoah e Memoria storica

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La memoria come peso della responsabilità. Perché esseri umani si diventa, giorno per giorno, attimo per attimo, attraverso le nostre azioni.

La Memoria storica fa paura a quanti non vogliono fare i conti col loro passato. Perché è un passato scomodo, che pesa come un macigno.
Di fronte alla Shoah, che non si è sviluppata dal nulla, ma che ha radici in secoli di antisemitismo, questo macigno è una valanga che travolge.



È un peso insopportabile, perché ci richiama alla nostra responsabilità di esseri umani. Ci ricorda tutte le volte in cui non abbiamo avuto il coraggio di dire un No netto e chiaro ai soprusi.
E abbiamo voltato lo sguardo da un’altra parte: per pavidità, per ipocrisia.

Ecco allora, che la memoria storica diviene un fardello pesante per il presente. E tale deve rimanere, perché ognuno si muova nella consapevolezza che non esistono esseri umani predefiniti, da ingabbiare in moduli di replicanti ontologici.



È da questo pregiudizio di fondo che si sono inventati addirittura i “diversi per sangue”, e la cosa non è iniziata certo con Hitler o Mussolini.

I “diversi” che dovevano essere annientati per mantenere il modello rassicurante del conformismo, utile al potere dominante. In nome di questo modello si sono perpetrati i massacri più terribili. E la Shoah ne è il simbolo più drammatico.





Oggi, in nome di idee supposte, che ancora continuano a propagandare quanti sognano società gerarchizzate e pensano di avere l’appalto della definizione di essere umano positivo, contrapponendogli l’altro/l’altra come diversità negativa.

Si pensi solo alle “sacralizzate” discriminazioni che oggi continuano verso donne, omosessuali… Contro il diritto umano alla libertà di autodeterminazione.

Per tutto questo e contro ogni razzismo, la shoah non è “cosa passata”. La shoah non è “cosa passata” di fronte al veleno antisemita, che oggi molti ipocritamente  camuffano con l’antisionismo, arrivando a negare allo Stato di Israele il diritto di esistere.

L’antisemitismo ritorna allora come antisionismo, per tentare ancora una volta di distruggere gli ebrei. Magari con una bomba atomica su Israele, in un massacro che non lasci l’incombenza di vedere immagini raccapriccianti. C’è chi minaccia di lanciarla questa bomba atomica. E non a caso nega la shoah.

Ecco allora ancora il problema centrale: la memoria come peso della responsabilità. Perché esseri umani si diventa, giorno per giorno, attimo per attimo, attraverso le nostre azioni. E a volte, sono maggiori le nostre responsabilità, le nostre colpe, per quello che non facciamo, voltando lo sguardo altrove.
La Shoah non è quindi una catarsi che si esaurisce solo nel ricordare le vittime di quello sterminio che è unicum nella storia, ma continua a essere la cogente riflessione per l’assunzione di responsabilità individuale e sociale nella storia.

 



(credit foto ANSA Paul Zinken/dpa)