Le cose e i loro nomi (a partire da “sovranità alimentare” e “natalità”)

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I due “nuovi” ministeri creati dal nascente esecutivo Meloni fanno sorgere molte domande. La prima: cosa vuole fare veramente il nuovo governo?

Il testo Philosophia Botanica venne pubblicato per la prima volta dal naturalista e medico svedese Carl Linnaeus (1707-1778) nel 1751 a Stoccolma e ad Amsterdam. In esso compare, tra l’altro, la prima descrizione della nomenclatura binomiale introdotta dal naturalista che ebbe notevole successo tra i biologi e che ancora oggi viene utilizzata.



Nel volume si legge la frase “Nomina si nescis, perit et cognitio rerum”, ovvero “Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose”.

Noi non conosciamo ancora le cose che il nuovo governo a guida Giorgia Meloni farà. Le vedremo nel prossimo futuro. Per ora le uniche cose che possiamo commentare sono i nuovi nomi che la nuova compagine governativa ha dato ad alcuni ministeri. Di seguito mi permetto alcuni brevi commenti a caldo.



[…] in questa canzone esprimo quello che ho sempre pensato: che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell’errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa esattamente sia la virtù e cosa esattamente sia l’errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa.

Questa frase, pronunciata da Fabrizio De André nell’introduzione alla sua La città vecchia (al Teatro Brancaccio di Roma, il 14 febbraio 1998), mi è venuta in mente quando ho appreso la nuova denominazione di Ministro dell’Istruzione e del Merito, introdotta dal neo-governo Meloni. Bisognerà vedere cosa il nuovo governo intenderà per merito. Il problema infatti è che, molto spesso, ognuno intende questa parola a modo suo. Il rischio maggiore è che il merito venga valutato come puro nozionismo e appiattimento degli studenti (e dei docenti) sulle regole imposte, in una logica competitiva e selettiva di stampo aziendale. Una concezione sana di merito, al contrario, dovrebbe tendere alla valorizzazione della parte migliore di ognuno, sulla base delle proprie capacità. La parabola evangelica dei talenti insegna.





Vedremo come la nuova compagine governativa si muoverà nei suoi primi passi in materia di formazione. Quello che il centro-destra ha fatto nel passato non lascia ben sperare.

Altra sorpresa è costituita dalla nuova denominazione di Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. Cosa significhi “sovranità alimentare” non è affatto chiaro. L’espressione venne introdotta nel 1996 dai membri di Via Campesina, un’organizzazione internazionale non governativa di agricoltori. In seguito, venne adottata da alcune altre organizzazioni internazionali.

Il significato originale dell’espressione non è privo di una certa ambiguità e diverse sono le possibili interpretazioni. Ma è chiaro che essa nasce soprattutto come contrapposizione al modello neo-liberale del processo di globalizzazione. Francamente dubito che il neo-governo si ispiri a questa concezione. Per cui è legittimo ipotizzarne altre. Sovranità alimentare significa ambire a una sorta di autarchia agroalimentare? Oppure valorizzare i prodotti italiani? Lo vedremo. In ogni caso ben difficilmente l’Italia potrà fare a meno di continuare a importare prodotti agroalimentari (soprattutto cereali). La sua produzione agricola, infatti, risente fortemente da decenni di mancati investimenti in ricerca agroalimentare e della mancata coltivazione di varietà vegetali biotech che garantirebbero produzioni più elevate (varietà che però tranquillamente importiamo).

Un’ultima novità si è poi avuta nell’istituzione del Ministero della famiglia, natalità e pari opportunità. La parola “natalità” non può fare a meno di evocare la cosiddetta “medaglia della coniglia”, nomignolo che venne attribuito alla “medaglia d’onore per le madri di famiglie numerose”, istituita in Italia con la legge n. 917, promulgata da Vittorio Emanuele III il 22 maggio 1939 (e assegnata dai presidenti delle sezioni provinciali dell’Unione fascista famiglie numerose), oppure la “croce d’onore per le madri tedesche”, istituita in Germania nel 1938.

Anche in questo caso staremo a vedere come si muoverà il Governo.

NPK ANSA / Filippo Attili – Chigi Palace Press Office