“Berlusconi al Quirinale? No, grazie”. MicroMega aderisce alla campagna del Fatto Quotidiano

In qualsiasi Paese mediamente civile e democratico, la candidatura di un pregiudicato alla Presidenza della Repubblica sarebbe impensabile.

MicroMega aderisce toto corde alla raccolta firme promossa dal Fatto Quotidiano contro l’ipotesi di Berlusconi al Quirinale. L’iniziativa presa dal Fatto è terribile. Sacrosanta e improcrastinabile ma terribile. In qualsiasi paese mediamente civile e democraticamente decente, la candidatura di un pregiudicato alla Presidenza della Repubblica (Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni, nel maggio del 2013, per frode fiscale, uno dei delitti più infamanti per un politico) non sarebbe neppure pensabile.



Se ventilata, sarebbe stata sepolta da sdegno unanime e unanime obbrobrio. E il Capo dello Stato, custode della Costituzione, avrebbe trovato il cenno per seppellire tanta oscenità tra le ipotesi del terzo tipo. E nessun commentatore si sarebbe limitato al formalismo giuridico per cui legalmente Berlusconi è eleggibile, e meno che mai avrebbe sottaciuto o minimizzato l’assordante rumore che rimbomba nel Transatlantico sull’attività di acquisizione di voti dei peones.
E invece zitti e mosca, e della nauseabonda sconcezza si discute come di un “non olet”.

Trent’anni di regime prima e di tradimento delle promesse elettorale da parte del M5S poi hanno distrutto il tessuto morale e civile del Paese.
Se poi ci fosse il bis di Mattarella, con dimissioni due anni dopo, Berlusconi sarebbe eletto davvero, dal Parlamento a egemonia Salvini-Meloni che ci aspetta tra un anno e mezzo. Sembra che le sorti della democrazia italiana oggi interessino davvero a pochi, e che la prospettiva di una Italia alla Orbán non faccia orrore.
Deus quem perdere vult, dementat prius.



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