Informazione Usa: la pandemia “salva” i tg ma non la carta stampata

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Lo stato di salute del mondo dell’informazione Usa nell’ultimo rapporto del Pew Research Center.

Nel 2020 – anno che ha visto due eventi di primo piano sotto il profilo dell’informazione: la pandemia e l’elezione presidenziale – per la prima volta negli Usa i giornali hanno guadagnato più dalla vendita che dalla pubblicità; i canali di notizie via cavo hanno visto una crescita esplosiva di pubblico; le entrate pubblicitarie totali (non solo legate al mondo dell’informazione) sono state per lo più digitali; gli ascolti della radio sono leggermente diminuiti, in concomitanza con un forte calo dell’uso dell’automobile durante la pandemia, mentre quelli degli audio online e dei podcast sono aumentati.



Sono questi, per sommi capi, gli elementi più interessanti – utili per chiunque si occupi di informazione – dell’ultimo rapporto sullo stato di salute del mondo “news” negli Usa, stilato, come ogni anno dal 2004, dal Pew Research Center.

Ma vediamo più nel dettaglio il quadro che ne emerge.



Carta stampata e web

Le fortune finanziarie del settore carta stampata e la base di abbonati sono in declino dalla metà degli anni 2000, ma il traffico web ha ricominciato a crescere.





Nel 2020 la diffusione totale stimata dei quotidiani statunitensi (stampa e digitale combinati) è stata di 24,3 milioni per i giorni feriali e 25,8 milioni per la domenica, ciascuna in calo del 6% rispetto all’anno precedente. Circoscrivendo il discorso alla sola diffusione della stampa essa è diminuita del 19% nei giorni feriali e del 14% la domenica.

La circolazione digitale è più difficile da misurare. Utilizzando solo i dati Alliance for Audited Media, si stima che nel 2020 sia aumentata nei giorni feriali del 27% e la domenica del 26%. Ma tre dei quotidiani a più alta diffusione negli Stati Uniti – The New York Times, The Wall Street Journal e The Washington Post – negli ultimi anni non hanno comunicato in maniera completa la loro diffusione digitale ad AAM.

Misurare l’audience digitale per l’intera industria dei giornali è invece difficile poiché molti quotidiani non hanno abbastanza traffico sui loro siti per essere misurati da Comscore, la fonte di dati utilizzata in materia dal Pew Research Center. Le cifre riguardano quindi solo i primi 50 quotidiani statunitensi in base alla circolazione, per i quali si registra nel quarto trimestre del 2020, una media di 13,9 milioni di visitatori unici mensili (su tutti i dispositivi) con un aumento del 14% rispetto al 2019, che a sua volta aveva registrato un 5% in più rispetto al 2018.

I minuti medi per visita sono poco meno di due: un dato in calo di circa 45 secondi rispetto al 2014 quando il centro di ricerca ha iniziato a monitorare questo elemento.

Il totale delle entrate pubblicitarie stimate per il 2020 è di 8,8 miliardi di dollari, in calo del 29% rispetto al 2019. Le entrate totali della circolazione sono stimate invece in 11,1 miliardi di dollari, rispetto agli 11 miliardi del 2019. Questo, come dicevamo, è dunque il primo anno da quando il Pew stila questo rapporto in cui le entrate date dalla circolazione sono state superiori alle entrate pubblicitarie. L’occupazione del settore (con 30.820 persone che lavorano come giornalisti, editori, fotografi e operatori video) registra un calo del 12% rispetto al 2019 e del 57% rispetto al 2004.

Digital news

La stragrande maggioranza degli adulti negli Stati Uniti riceve almeno alcune notizie online (tramite smartphone, computer o tablet). I siti di informazioni inclusi in questa analisi sono quelli il cui dominio principale ha registrato una media di almeno 10 milioni di visitatori unici al mese da ottobre a dicembre di ogni anno e include sia gli editori di notizie nativi digitali, come Axios o HuffPost, sia gli editori nati su carta o in televisione, come il New York Times o Fox News, che hanno raggiunto quei livelli di traffico (di cui in parte si è detto nel paragrafo precedente). Nel 2020 97 siti presentavano queste caratteristiche.

Nel quarto trimestre del 2020, la media dei visitatori unici mensili per i domini principali di questi siti è stata di 32,1 milioni, un aumento dell’11% rispetto ai 29 milioni di visitatori del 2019. La media dei minuti per visita è stata di 1,95, in calo rispetto ai 2,13 minuti del 2019.

Queste realtà hanno diverse opzioni per raggiungere i propri lettori online, tra cui app, newsletter, podcast e piattaforme di aggregazione come Apple News o Flipboard. L’uso di questi diversi strumenti varia a seconda delle testate giornalistiche. Circa sette su dieci hanno app per almeno una delle due principali piattaforme mobili (iOS e Android); il 64% per entrambe. Tutte hanno una presenza ufficiale su Facebook e Twitter, mentre almeno nove su dieci hanno una presenza su Instagram (96%) e YouTube (93%). In numero inferiore gli account su TikTok (57%) e Snapchat (26%).

Nel 2020, la pubblicità digitale ha toccato quota 152 miliardi di dollari, rispetto ai 132 miliardi del 2019 e ai 111 miliardi del 2018 (le stime si riferiscono a tutte le entrate pubblicitarie digitali, non solo a quelle relative ai siti di informazione e sono quindi un indicatore della salute economica del regno digitale nel suo complesso piuttosto che del settore delle notizie digitali in particolare).

Nel 2020, nelle redazioni native digitali lavorano circa 18.000 dipendenti.

Telegiornali e Tv via cavo

I telegiornali ABC, CBS e NBC hanno visto il loro pubblico aumentare nell’ultimo anno. In particolare gli spettatori dei notiziari serali ABC sono cresciuti del 16% (arrivando a toccare quota 7,6 milioni), dopo un aumento dell’11% nel 2019. Gli spettatori dei notiziari serali CBS sono aumentati del 7% (5 milioni), mentre gli spettatori della NBC sono aumentati dell’8% (6,5 ​​milioni). I talk show politici della domenica mattina su ABC, CBS, Fox e NBC – rispettivamente “This Week”, “Face the Nation”, “Fox News Sunday” e “Meet the Press” – hanno beneficiato della stagione elettorale, aumentando ciascuno di circa il 20% il proprio pubblico medio.

Anche la tv via cavo ospita una serie di canali televisivi le cui trasmissioni di notizie sono un’importante fonte di informazioni per molti americani. Nel 2020, il pubblico medio per la fascia oraria dalle 20:00 alle 23:00 è aumentato del 61% per Fox News (3,08 milioni rispetto a 1,92 milioni nel 2019); il pubblico della CNN è aumentato del 72% (da 1,05 milioni a 1,80 milioni); il pubblico di MSNBC è aumentato del 28% (passando da 1,3 milioni a 1,6 milioni). Parallelamente sono aumentate anche le entrate pubblicitarie di tutte e tre i canali.

Il settore nel 2020 ha visto occupati circa 2.700 tra giornalisti, redattori, fotografi e cineoperatori. Nel 2017, i dipendenti erano circa 2.900.

Radio, audio e podcast

Il settore delle notizie audio comprende la radio tradizionale e i formati digitali, come gli audio online e i podcast. L’audience della radio tradizionale rimane elevata, anche se si è registrato un leggero calo: se nel 2019 era l’89% degli americani di età pari o superiore a 12 anni ad aver ascoltato la radio in una determinata settimana, nel 2020 questa cifra è pari all’83% (e parallelamente si è avuto un calo delle entrate).

La quota di americani che ascolta i podcast (di tutti i tipi, non solo di informazione) è invece aumentata notevolmente nell’ultimo decennio. Nel 2021, il 41% degli americani di età pari o superiore a 12 anni ha ascoltato un podcast nell’ultimo mese, rispetto al 37% del 2020 e al 9% del 2008. La quota di pubblico che ascolta l’audio online si è stabilizzata. All’inizio del 2021, il 68% degli americani di età pari o superiore a 12 anni aveva ascoltato audio online nell’ultimo mese, mentre il 62% l’aveva ascoltato nell’ultima settimana. Un dato in linea con il 2019, dopo una crescita costante anno su anno dal 2007 al 2018.



Nel 2020 circa 3.360 persone risultano impiegate nel settore delle notizie radiofoniche. Si tratta di circa 1.000 persone in meno rispetto al 2004.