Come accade ogni primavera, la rotta del Mediterraneo centrale sta vedendo ormai da giorni migliaia di persone in viaggio verso l’Itali dalla Libia e dalla Tunisia. A Lampedusa sono arrivate circa tremila persone nelle ultime due settimane. Contemporaneamente le navi delle ONG continuano a essere ferme in porto, bloccate da fermi amministrativi.
Sara Prestianni, di EuroMed Rights, da anni si occupa di rotte migratorie e in questo momento vive a Bruxelles, dove si sta discutendo il nuovo Patto delle migrazioni europeo. “La solidarietà prevista in questo nuovo patto è solo tra gli Stati e non tra le persone” ci dice, mettendo l’accento sulla politica dei rimpatri che i governi potranno mettere in campo più liberamente se dovesse essere approvato. Libia e Tunisia “stanno applicando il modello Erdogan: spingono sulle partenze per avere più potere in sede di trattativa”.
Riccardo Gatti è comandante e capo missione della Open Arms e in questo momento si trova a Pozzallo, a bordo della nave ferma proprio per un cavillo amministrativo: “Nel corso degli anni” spiega, “la situazione è peggiorata e con le navi ferme in porto nessuno fa soccorsi in mare”. Ma, attenzione: “Le partenze non sono ripartite, ci sono sempre state”.
[Foto di Valerio Nicolosi]