Problema Russia

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Quand’anche Putin fosse caduto, l’avventura militare ucraina stoppata, resterà comunque un problema enorme: il problema Russia.

Per una volta tutti noi condividiamo i desideri non tanto nascosti del Pentagono, della Casa bianca e di tutto l’establishment occidentale: che a Mosca abbia successo una bella congiura dei boiardi, vecchio stile, che rovesci Vladimir Putin e ponga fine a una guerra di cui è difficile capire i motivi di chi l’ha scatenata.
Per boiardi intendo i vertici delle forze armate e/o gli oligarchi miliardari e i loro agganci nei servizi segreti e di sicurezza, tutto un establishment sempre più a disagio con l’iperattivismo militare del proprio leader. Ma anche senza boiardi, lo sguardo deve già volgere al dopoguerra, a quello che verrà dopo, con Putin o, più verosimilmente, senza.



Infatti, quand’anche Putin fosse caduto, l’avventura militare ucraina stoppata, resterà comunque un problema enorme: il problema Russia. Qualcosa che l’Occidente non ha mai affrontato dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Il problema è: quale posto dovrebbe avere la Russia in un ordine mondiale almeno un po’ stabile? È comprensibile che, viste le vicissitudini del passato, i piccoli e medi Paesi limitrofi, dalla Lituania alla Polonia e agli altri ex satelliti sovietici, si auspichino che la Russia scompaia dalla carta geografica. Ma non è possibile.
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