Referendum sanità Lombardia: la maggioranza regionale fa come Ponzio Pilato

Sull'ammissibilità del Referendum l’Ufficio di Presidenza della Regione decide di non decidere. Ma il Comitato Promotore non si ferma.

Milano, 25 agosto 2023. “Mentre il sistema sanitario lombardo è al collasso, fra liste d’attesa infinite e costi privati sempre più insostenibili, la maggioranza dell’Ufficio di Presidenza della Regione fa il Ponzio Pilato della situazione: infatti, nonostante gli uffici regionali non abbiamo evidenziato aspetti di incompatibilità dei tre quesiti referendari con le norme vigenti,  non ha deciso sulla loro ammissibilità  e ha rimandato al Consiglio Regionale la decisione”, questo  il commento dei cinque depositari della richiesta referendaria per conto del Comitato Promotore, Marco Caldiroli di Medicina Democratica, Vittorio Agnoletto dell’ Osservatorio Salute, Massimo Cortesi di ARCI Lombardia, Federica Trapletti di SPI-CGIL Lombardia e Andrea Villa di ACLI Milano.



“Gli interessi politici della maggioranza – hanno aggiunto – hanno prevalso sul diritto alla iniziativa degli elettori/elettrici che mira al rafforzamento della sanità pubblica attraverso l’abrogazione di tre commi degli art.2 ,6 e 8 della Legge Regionale sulla sanità, la n. 33 del 30.12.2009 come modificata da ultimo con la L. 22/2021, ma questo non ci fermerà. Per il 4 settembre, ore 17.00, presso la sala Gonfalone (primo piano Palazzo Pirelli – via Filzi Milano) è prevista una riunione del Comitato Promotore aperta a tutti coloro, singoli e associati, che sostengono l’iniziativa. In quella sede definiremo i  passi successivi per rendere ammissibile la proposta di Referendum depositata il 27 luglio scorso da oltre 100 sottoscrittori: in ballo il diritto alla salute di tutti attraverso il necessario riequilibrio fra servizio sanitario pubblico e privato, che rischia di diventare predominante”.
Ricordiamo che i tre quesiti abrogativi riguardano la equivalenza pubblico-privato e l’estensione delle funzioni e dei servizi che il pubblico può delegare al privato, rispettivamente da parte delle ATS e delle ASST. L’abrogazione di questi passaggi ha l’obiettivo di riportare al pubblico la funzione di programmazione, di controllo pieno della erogazione dei servizi a partire da quelli di prevenzione, garantendo universalità di accesso, gratuità e partecipazione”.
L’iniziativa referendaria è il proseguimento della grande e unitaria mobilitazione in atto da tempo in Lombardia sulla situazione drammatica del servizio sanitario pubblico, fra cui la grande manifestazione del 1 aprile in Piazza Duomo e del 24 maggio sotto la Regione.

CREDITI FOTO: Medicina Democratica