Sugli appelli in difesa di Putin

Categorie: Blog, Rubriche

Da quando la Russia ha aggredito l'Ucraina si è messa in moto in Italia una parte dell'intellighenzia di sinistra con l'intento di ribaltare la realtà.

Che la Russia aveva aggredito era innegabile. Ma la realtà è stata mistificata con il riconoscimento che l’aggressione era stata provocata dall’Occidente. Quindi a ben vedere la responsabilità dell’aggressione russa era della Nato. Questo è stato per un anno lo schema dominante.
Si è aggiunto di recente un secondo schema. Quasi fin dall’inizio del conflitto più volte la pace era a portata di mano ma sempre gli stati europei l’hanno impedita. Mentre commetteva stragi di civili e metteva a ferro e fuoco il territorio ucraino l’esercito russo in realtà non voleva far altro che creare le condizioni per un negoziato efficace. Missili e bombe non erano altro che espressioni di un linguaggio figurato tutto orientato alla pace: una mano tesa che l’Occidente non ha voluto stringere.



Ora questa incresciosa situazione è forse prossima a una soluzione positiva. La provvida sventura si è manifestata con l’avventata iniziativa di Prigozhin. Essa ha mostrato il pericolo di un’esplosione anarchica dell’impero russo: l’arsenale nucleare in mano a bande di criminali pronti a ricattare il mondo. Lo stato di necessità ha convinto Massimo Cacciari, Donatella Di Cesare, Raniero La Valle, Carlo Rovelli, Michele Santoro e Marco Tarquinio a scrivere un appello pubblicato sul Fatto Quotidiano per una trattativa immediata. Il testo è interessante per ciò che dice ma anche per ciò che non dice. L’interesse europeo, economico, politico, culturale è che la guerra finisca; la Federazione Russa mantenga la sua stabilità; i rapporti economici e culturali con essa possano riprendere; i fondi per l’aumento delle spese militari possano essere utilizzati per sostenere le strutture in crisi dello Stato Sociale. Invano si cercherebbe tra i punti fermi elencati una qualsiasi menzione sul destino dell’Ucraina.

Lasciamo da parte gli aspetti umanitari, ma se si arriva a immaginare una ripresa di relazioni economiche con la Russia non si dovrebbe dire una parola sul suo dovere di pagare i danni di guerra? O la reticenza pelosa è necessaria al negoziato? In definitiva la soluzione migliore risulta tenersi Putin e ciò esclude in radice qualsiasi soluzione positiva della causa ucraina. Si dimentica che Putin è stato il primo a minacciare l’uso degli ordigni nucleari. E che le immense distruzioni subite dall’Ucraina sono state commesse per suo ordine. O si vuole credere che come gli Zar d’una volta non sia a conoscenza delle nefandezze compiute dai suoi sottoposti? In realtà questo appello lusinga la Russia e svaluta l’Ucraina. Equiparare i due paesi belligeranti nella stessa categoria di “massacro bellico” copre la totale asimmetria del conflitto: i danni alla popolazione e al territorio sono tutti da una sola parte, dall’altra ci sono solo i coscritti mandati al macello per un inutile metro di steppa. E perché continuare a parlare di impero russo? Da quando l’Urss è crollata, non per iniziativa dell’Occidente, la Russia ha perso la sua statura imperiale. E se per riconquistarla deve aggredire gli Stati confinanti per sottometterli come satelliti non è saggio incoraggiarla.