Le guerre si fanno coi morti

Categorie: Cultura, Rubriche

“Le guerre si fanno coi morti. / Battaglioni e battaglioni di gente / che prima di morire aveva un domani / la testa sul cuscino / la sveglia sul comodino”. Una poesia inedita di Ennio Cavalli.

Cari Russi, noi vi amiamo.
Non crederete mica che vogliamo distruggervi?
E come, perché, quando mai
chi siamo noi per non volervi al mondo?
Che mondo! Ci fosse ovunque Putin
saremmo tutti uguali
e invece siamo sani e bipedi, chi più chi meno.
Più o meno come voi.



Cari Russi, noi vi amiamo.
Non fu la Nato a prosciugare l’Unione.
Anche prima del crollo del Muro
gli Stati dell’Unione, uno dopo l’altro,
volevano tirarsi fuori,
succhiarsi via, in autonomia,
a partire da Vilnius e dagli altri sul Baltico
venduti da Hitler a Stalin con un patto segreto
che permetteva a Hitler di invadere l’Ucraina di turno,
la Polonia desnuda di allora.

Cari Russi, noi vi amiamo.
Neanche un petardo è caduto
nel vostro emiciclo, oltre la riga gialla
in cucina, sulle scuole
nelle stanze ossessionanti del potere.
Non avete villaggi alti una spanna come in Ucraina.
I bambini hanno iniziato a piangere
la mattina del 24 febbraio e ancora non la smettono,
sono cresciuti di colpo, senza volere,
tappandosi occhi e orecchie.
I vostri no, sono rimasti bambini senza urti e urla,
per fortuna vostra e nostra.



Cari Russi, noi vi amiamo.
Dividerci in orientali e occidentali
è razzismo bello e buono,
siamo tutti orientabili e socchiusi,
curiosi di vedere, volare e assegnare
la fascia di Miss Universo a ogni donna del reame.
A chi è venuto in mente di rompere i rapporti
a colpi di idiozie?
Vladivostock, provincia di Forlì.
San Pietroburgo, stesso cap di Canazei.
A Bergamo e a Mosca domani pioverà.
Mosca e New York fanno bene il gelato.
La steppa non stroppia.
Rimini e Nizza vi aspettano in spiaggia.

Cari Russi, noi vi amiano.
La vostra poesia fa rima con Puškin,
storie dense, sensi di colpa
sono nostri e di Dostoevskij.
Il fatto indigesto
è che le guerre si fanno coi morti.
Non si fanno coi missili, le catapulte, le fionde,
neanche con le atomiche tattiche.
Le guerre si fanno coi morti.
Battaglioni e battaglioni di gente
che prima di morire aveva un domani
la testa sul cuscino
la sveglia sul comodino.





Gli ultimi libri di Ennio Cavalli sono la raccolta di poesie “Amore manifesto” (La nave di Teseo 2022) e il romanzo “Parabola di un filo d’erba” (Castelvecchi 2022).



(Credit Image: © Rick Mave/SOPA Images via ZUMA Press Wire)