«Se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco noi vi uccideremo. Siamo la mafia, noi siamo italiani e voi no. Non ci costa niente uccidervi, faremmo anzi del bene all’Italia».
È questo il testo del messaggio ricevuto dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, grande promotore dell’autonomia differenziata; un messaggio in stampatello, su foglio a quadretti, in un italiano incerto.
Condanniamo questa minaccia al ministro. Ricordiamo però che le mafie non hanno che da guadagnare dall’aumento delle diseguaglianze e delle povertà, nonché dalla devastazione del territorio e da varie altre conseguenze che l’autonomia differenziata porterà con sé, come la separazione tra territori e persone.
Riteniamo quindi questa non solo una provocazione nei confronti del ministro, ma anche della nostra lotta di opposizione, condotta da 5 anni con metodo e spirito intransigentemente democratici.
I Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata, l’unità della Repubblica, l’Uguaglianza dei Diritti
CREDITI FOTO Facebook |Roberto Calderoli
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Dopo un’ampia mobilitazione politica e sindacale, il 1° giugno al Senato sono state presentate le firme raccolte – oltre il doppio di quelle necessarie – a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per fermare l’autonomia differenziata. Un inizio importante, ma è solo l’inizio, per una rete di sindacati e comitati che, se troverà l’indispensabile alleanza delle forze politiche, può opporsi a uno dei disegni più eversivi mai concepiti dalla nascita della Repubblica a oggi. CONTINUA