Stupri e femminicidi di Hamas il 7 ottobre 2023: un appello femminista

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Gli stupri e gli atti brutali commessi da Hamas a danno delle donne israeliane vanno riconosciuti in quanto "femminicidi di guerra".

Quelle che seguono sono parole e descrizioni dalle quali scaturiscono immagini terribili. Sono state scritte e divulgate dal quotidiano Libération a metà novembre e rilanciate in Italia il 21 novembre su HuffPost Italia (huffingtonpost.it): “Su iniziativa dell’associazione Paroles de femmes, lanciamo un appello alle femministe e ai sostenitori della nostra causa affinché sia riconosciuto il femminicidio nei massacri di donne perpetrati il 7 ottobre in Israele. Molti civili sono morti, ma le donne non sono state uccise nello stesso modo degli altri. Le violenze commesse contro queste donne corrispondono in tutto e per tutto alla definizione di femminicidio, ossia l’omicidio di donne o ragazze a causa del loro sesso. Queste donne sono state fatte sfilare nude, sono state violentate fino a rompere il loro bacino. Anche i loro cadaveri sono stati violentati. I loro genitali sono stati sfibrati. Hanno urinato sulle loro spoglie. Alcune sono state decapitate, altre smembrate e bruciate. Altre sono state prese in ostaggio. Tutto questo è stato filmato e fotografato per incutere terrore. I video degli interrogatori dei terroristi lo confermano: “Volevamo violentarle per degradarle”. Le donne in ostaggio sono state addirittura suddivise: le più belle sono state portate via e le altre uccise. Anche le donne disabili sono state violentate e uccise, come Noya, autistica, e Ruth, con disabilità multiple”.
In Italia un gruppo di donne appartenenti all’associazione Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.) ha rilanciato l’appello delle femministe francesi facendo anche una proposta: aggiungere alla categoria “stupro di guerra”, quello di “femminicidio di guerra”.
“Crediamo sia giusto, nel rispetto di tutte ma anche della nostra coscienza femminista, -affermano le donne di OIVD, – non lasciare sole le donne ebree nella denuncia del massacro”. E aggiungono: “Le associazioni femminili e femministe, in Italia in massima parte, hanno taciuto; non così in altri Paesi. Di fronte a questi eventi non c’è stata la mobilitazione che ci si sarebbe potuto aspettare: anche per noi femministe è difficile sottrarsi alla polarizzazione delle posizioni politiche soprattutto nel contesto di questo conflitto che da quando siamo nate accompagna i nostri giorni, ma il nostro Osservatorio non può e non deve perdere di vista il modo in cui al centro di ogni guerra i massacri contro le donne giocano un ruolo centrale per il valore simbolico che i loro corpi rappresentano. Ancora una volta nell’azione terroristica del 7 novembre in Israele questo dato di fatto è emerso con tutta la crudeltà che da sempre accompagna questi gesti (Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Etiopia, Ucraina per citare solo alcuni dei numerosissimi esempi) dobbiamo denunciarlo con forza e vogliamo chiedere, associandoci all’appello di Libération, che accanto alla categoria ‘stupri di guerra’ venga introdotta quella di ‘femminicidi di guerra’ riconosciuta come crimine contro l’umanità”.
CREDITI FOTO: ANSA / VALDRIN XHEMAJ