Macron promulga la riforma nella notte, Francia ancora in rivolta

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Dopo il via alla riforma delle pensioni, Macron ha tenuto un discorso. I francesi hanno occupato le piazze con pentole e padelle per non ascoltarlo.

Come un ladro nel cuore della notte. La contestatissima legge sulla riforma delle pensioni è stata alla fine promulgata ufficialmente durante la notte del 13 aprile dal presidente della repubblica francese Emmanuel Macron. È la prima volta nella storia della quinta repubblica che un Presidente promulga una legge nel cuore della notte. Questo fa capire quanto sia avversata dalla società civile e quanto il presidente abbia voluto farla passare d’urgenza per renderla attuabile già a partire dall’autunno ma questa volta i passaggi istituzionali danno ragione al presidente ed i sindacati sono costretti a cambiare strategia. Si punta alla riformulazione della richiesta di referendum popolare presso il Consiglio Costituzionale dopo che quest’ultimo aveva bocciato la prima richiesta con un argomento inoppugnabile: alla data di presentazione della richiesta di referendum sulla riforma delle pensioni non era stata ufficialmente approvata. Ora se la nuova richiesta dovesse passare (decisione il 3 Maggio), sarà necessario raccogliere quasi 5 milioni di firme nello spazio di sei mesi per poter indire un referendum di iniziativa popolare sulla riforma delle pensioni. Insomma la strada è molto in salita e per ora i sindacati si limitano a preparare una manifestazione “monstre” per la Festa dei Lavoratori il 1 maggio per continuare a mantenere la pressione sul governo. Non basterà forse a far ritirare la riforma ma è un modo per guadagnare tempo in attesa di studiare altre strategie di lotta.



Qualche ora prima, il Consiglio costituzionale aveva convalidato la maggior parte della riforma delle pensioni, compreso il rinvio dell’età pensionabile a 64 anni. I saggi hanno respinto sei disposizioni del testo, tra cui l’indice di anzianità ma hanno anche bocciato la prima richiesta di referendum di iniziativa condivisa presentata dalle opposizioni. Dopo la sonora bocciatura del Consiglio Costituzionale sono scoppiati scontri in tutto il paese. Macron ha invitato all’Eliseo i sindacati, nello strenuo tentativo di ricucire. L’invito era stato formulato “indipendentemente dalla decisione” del Consiglio costituzionale.

Ieri il presidente francese Emmanuel Macron si è invece presentato alla televisione per cercare di calmare gli animi e ricucire con le parti sociali. Un discorso, ha commentato la nuova segretaria della Cgt Sophie Binet, che sembra uscito da ChatGPT. “C’è un lato molto disincarnato, si ha l’impressione che non abbia ascoltato ciò che i milioni di manifestanti gli hanno detto” ha dichiarato la segretaria su La Chaîne Info. “Per voltare pagina, deve proporci cose concrete” e “nei progetti che ci elenca vedo o cose molto concrete che sono profondamente divisive o punti “totalmente oscuri e molto generali” come i salari. Anche il segretario generale della Cfdt, Laurent Berger, ha percepito “una sorta di vuoto” nel discorso di Macron, “nulla di concreto”. Un discorso scollato dalla realtà, come se fuori non accadesse nulla. Mentre il presidente parlava infatti migliaia di persone in tutto il paese si erano date appuntamento in piazza o alle finestre con pentole e padelle facendo un chiasso assordante per non ascoltare le parole “vuote” del presidente. “Non ci ascolta, quindi noi non lo ascoltiamo” era stato l’appello dei sindacati. Nella notte la situazione è poi degenerata a Parigi con scontri tra polizia e manifestanti ed incendi in diversi punti della città. Insomma la Francia è tutt’altro che pacificata mentre Macron appare sempre più irrigidito nella sua postura bonapartista. Un presidente verticale, che parla dall’alto del suo palazzo ai francesi che lo accusano di non cogliere le loro preoccupazioni. La distanza tra palazzo e popolo non è mai stata così ampia.



 



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