Usa, abrogato un provvedimento antiabortista dell’era Trump

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L’amministrazione Biden ha revocato un provvedimento dell’era Trump che escludeva dall’accesso ai fondi federali le organizzazioni che forniscono sostegno alle donne che scelgono l’aborto.

Dagli Stati Uniti finalmente una buona notizia in materia di diritti riproduttivi. L’amministrazione Biden ha annullato ieri un provvedimento approvato nel 2019, sotto la presidenza Trump, che escludeva dall’accesso ai fondi federali per la pianificazione familiare le organizzazioni che forniscono sostegno e informazioni alle donne che facciano richiesta di aborto.



La norma, che entrerà in vigore l’8 novembre, riguarda il cosiddetto programma federale di pianificazione familiare “Title X”, che da più di mezzo secolo svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’accesso a un’ampia gamma di servizi di pianificazione familiare e di prevenzione sanitaria a oltre 190 milioni di persone a basso reddito o non assicurate.

Il Title X già vieta il finanziamento diretto all’aborto, ma la norma voluta da Trump era ulteriormente restrittiva impedendo a quelle organizzazioni che si occupano sia di aborto sia di pianificazione familiare, come Planned Parenthood, di consigliare le donne su tutte le opzioni riproduttive, compresa l’interruzione volontaria di gravidanza, o di indicare le strutture dove poter accedere all’aborto. Pena, la perdita dei fondi federali.



Secondo il Family Planning Annual Report del 2020, il programma Title X ha registrato lo scorso anno un calo significativo del numero di beneficiari. Il rapporto stima che il 63% (1,5 milioni) dei 2,4 milioni di pazienti in meno che tra il 2018 e il 2020 hanno usufruito dei servizi di pianificazione familiare può essere attribuito alla norma voluta dall’amministrazione Trump.

La revoca approvata ieri arriva in una fase molto calda del dibattito sull’aborto, dopo la decisione della Corte suprema di non bloccare la nuova e particolarmente restrittiva legge del Texas, che prevede la possibilità di aborto solo fino alla sesta settimana di gravidanza – ossia quando molte donne non sanno ancora di essere incinte – e impedisce una scelta in tal senso anche in ipotesi di stupro o incesto.







Credit immagine: Manifestazione prochoice davanti alla Corte suprema Usa, 21 maggio 2019. ANSA EPA/SHAWN THEW