Kiev è una città sotto assedio dell’esercito russo. Kiev è una città che nelle prossime ore potrebbe diventare scenario di una drammatica guerriglia tra le truppe russe e quelle ucraine. Nelle ultime ore oltre diecimila civili sono stati armati dal governo di Zelens’kyj e sono schierati per fronteggiare l’avanzata dell’esercito di Putin.
In mezzo, migliaia di civili. Valerio Nicolosi, inviato di MicroMega, ha davanti la seconda notte da trascorrere tra il sito selezionato dall’ambasciata italiana come rifugio e un bunker. Ogni ora la sirena con cui si avverte la popolazione di un possibile attacco aereo costringe le persone che hanno trovato riparo nella struttura a correre nei sotterranei. Ed è qui che ha incontrato una coppia italiana, arrivata a Kiev poco prima dell’inizio dell’assalto russo per completare la pratica di adozione di due bambine.
“Questa era ormai la nostra città. Dopo mesi passati a fronteggiare la burocrazia, eravamo arrivati alla fine dell’iter. Siamo qui perché dovevamo tornare a casa con le nostre figlie di 8 e 12 anni. Ma ora non sappiamo nulla di loro, cosa ne sarà”. Un dramma nel dramma. Perché la guerra è anche questo: la grande storia – quella che finirà nei libri – che travolge migliaia di piccole storie. Di persone comuni. Di persone. Delle persone.
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